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Sinner si emoziona mentre racconta la sua vita da bambino a Sesto: “E voi avete filmato tutto”

Jannik Sinner non ha nascosto l’emozione in occasione di una video-intervista realizzata nella sua Sesto. Il numero uno del mondo ha ripercorso le tappe della sua infanzia.
A cura di Marco Beltrami
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Tutta la giovane vita di Jannik Sinner gli è passata davanti al momento del ritorno nella sua Sesto. Il numero uno al mondo ha rivisto i luoghi in cui è cresciuto, ricevendo un affetto senza precedenti. Difficile spiegare a parole le emozioni vissute da parte del tennista italiano, che ha provato comunque a raccontare la sua vita da bambino.

Sinner racconta la sua infanzia a Sesto, fa fatica a crederci

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando quel ragazzino gracile con quella folta chioma rossa, muoveva i primi passi nello sport e nel tennis. Guardando oggi alla sua terra, Sinner fa quasi fatica a credere che la sua scalata sia iniziata proprio lì, tra quelle meravigliose montagne: "Immaginare che questa possa essere la terra di provenienza di un tennista è molto, molto strano".

Sinner tra sci, tennis e calcio a Sesto, com'era la sua vita

Si divideva tra scuola, famiglia e sport il piccolo Sinner che ricorda tutto come se fosse ieri: "Sono andato a scuola qui, almeno per i primi cinque anni – racconta al sito dell'ATP – La mia casa è qui, ma i miei genitori lavoravano sempre motivo per cui, vivevo anche in un'altra casa con la nonna e il nonno. Loro cucinavano sempre per me, e poi indossavo subito la tuta da sci perché andavo a sciare dalle due alle quattro".

L'emozione di Jannik quando ricorda i primi passi nel tennis

Da uno sport all'altro, Sinner ha iniziato anche a muovere i primi passi nel campo da tennis. E in questo momento che Jannik ha un sussulto e si emoziona, guardando proprio in direzione dei posti dove è partita la sua eccezionale avventura: "Due volte giocavo a tennis… e poi basta. E voi avete filmato tutto".

Anche perché probabilmente il pensiero è andato anche ai genitori, che lo hanno lasciato sempre libero di scegliere lo sport da praticare. Per questo ha dedicato loro la vittoria in Australia Jannik che racconta: "E qualche volta giocavo anche a calcio perché facevamo gli allenamenti sul campo da tennis. Infatti avevamo due campi e utilizzavamo una specie di rete, che sistemavamo con lo spago. Così trascorrevamo tutto il tempo insieme agli amici".

Un'infanzia felice e semplice per Sinner, non "contaminata" dalla presenza di smartphone o social. È quello che traspare dal suo racconto: "Nessuno di noi aveva un telefono. Avevamo solo un orologio perché i nostri genitori ci dicevano che alle 17 saremmo dovuti essere a casa. Alle volte arrivavo alle 17.15 e allora un po' si arrabbiavano ma capivano".

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