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Sinner sembra infallibile, Panatta si spinge oltre il campo: “Vicini alla beatificazione”

Adriano Panatta ha parlato di Jannik Sinner e della sua perfezione in campo e fuori. Il tutto sintetizzato con una battuta delle sue.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner con il successo agli Australian Open ha conquistato ulteriore popolarità. A tratti sembra diventato imbattibile, soprattutto sul veloce, il numero uno del mondo che ha superato anche il momento difficile del malessere vissuto contro Rune. Tra i suoi estimatori c'è anche un'altra leggenda del nostro tennis come Adriano Panatta, che dopo averne celebrato le doti in campo e fuori ha scherzato sullo status di Sinner, pronto per essere beatificato.

Panatta e le differenze con Jannik Sinner, non c'è paragone

Intervenuto nella trasmissione TV Talk, Panatta è stato tirato in ballo dalla padrona di casa Mia Ceran sulle differenze tra quelle che erano le sue caratteristiche e quelle di Sinner, non solo nel campo da tennis: "Sinner è un antidivo, è molto diverso da come eri tu. È un bravo ragazzo dall'aria algida. Tu eri un sex Symbol?". Panatta ha risposto alla sua maniera: "Cos'ero io? Intanto Jannik è più bravo di me, come giocatore".

La beatificazione di Sinner vista da Panatta

Un'occasione per segnalare il comportamento impeccabile del tennista altoatesino: "Ha il comportamento perfetto in campo. Non impreca mai, non fa mai un gesto di stizza è perfetto". Se il Sinner giocatore sembra davvero vicino alla perfezione, altrettanto si può dire in altre occasioni come davanti ai microfoni e alle telecamere: "Poi esce dal campo e quando fa le dichiarazioni non sbaglia una parola, dicendo sempre le cose più giuste". Come sintetizzare il tutto, con una battuta delle sue: "Credo che siamo vicini alla beatificazione".

D'altronde Sinner può giovare anche dell'eccezionale popolarità che gli garantiscono anche i social, un'altra differenza enorme rispetto all'epoca del Panatta giocatore: "Ai miei tempi era diverso, quando giocavo io c’erano solo due canali, RaiUno e RaiDue, che era in bianco e nero. Se giocavi in Australia non sapevi cosa stava succedendo in Italia. A me fanno anche un po’ paura. Se io avessi 17 milioni di follower significherebbe che uno su tre sarebbe un mio follower, sarei un po’ spaventato". 

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