Sinner oggi è la miglior versione di se stesso: forse non avete ancora compreso cosa ha fatto
Jannik Sinner è inarrestabile. Il suo mese di ottobre è stato da incorniciare. Ha vinto due titoli ATP, è salito al numero 4 al mondo e con il vento in poppa si presenta agli ultimi tre appuntamenti di questa stagione 2023 del tennis. Stagione che fin qui è stata strepitosa e che potrebbe diventarlo ancora di più tra Bercy, Finals di Torino e Coppa Davis.
Che fosse forte lo si era capito da tempo, anche se di tanto in tanto qualcuno ha dubitato dell'italiano che in questa annata è riuscito a fare un duplice salto di qualità. Perché ha iniziato la stagione al numero 15, ma a marzo era già nella top ten. Il sunshine double americano lo ha visto protagonista a Indian Wells e a Miami, dove batté Alcaraz prima di perdere in finale con Medvedev. Un'altra perla l'ha sigillata a Monte Carlo, dove è arrivato fino in semifinale. Lì è stato poco fortunato, sull'erba è ritornato grande.
A Wimbledon ha disputato la prima semifinale della sua carriera. Un risultato eccezionale, che gli ha dato uno slancio enorme. La vittoria di Toronto, primo 1000 della carriera, è stato altrettanto storica, e lo ha proiettato al numero 6. Il ko agli ottavi degli US Open non gli ha tolto fiducia e anzi gli ha dato slancio per una parte finale di stagione straordinario. Due tornei vinti nell'arco di poche settimane: prima Pechino e poi Vienna. Due tornei ATP 500, ma dal campo di partecipazione straordinario.
I due titoli certificano sì la bontà dei suoi risultati. Ma è nei dettagli che si capisce quanto sia stato bravo Sinner e soprattutto quanto sia cresciuto. Tra Pechino e Vienna ha vinto dieci partite, nelle quali ha perso appena tre set, una miseria. E Jannik ha trionfato battendo due volte Medvedev in finale (con il quale era fino a settembre 0-6 nei confronti diretti), ma pure Rublev e Alcaraz. Ciò significa, in soldoni, che ha vinto quattro partite giocate con tennisti posizionati nella top 5 della classifica ATP.
In poche parole, i suoi pari li ha fatti fuori tutti. Ora gli resta solo da battere Djokovic. I numeri, che stavolta sono meno freddi, confermano tutto. Sinner ha vinto 56 partite in stagione (su 70), con un bilancio di 14 vinte e 8 perse contro i top 20. Bilancio complessivo. Perché da Wimbledon in poi è 9-3 con i top 20. Dall'estate in poi il suo livello si è ancora alzato, frutto del lavoro sul campo con i coach Cahill e Vagnozzi.
L'altoatesino ha aggiunto ulteriori skills al suo gioco. Implacabile al servizio, è diventato fenomenale anche nel serve and volley, con cui ha fatto ammattire Medvedev. Il russo ha sperimentato il livello altissimo di gioco di Sinner che a soli 22 anni ha conquistato già 10 titoli ATP.
Quasi sotto silenzio è diventato uno dei più forti al mondo e ora l'Italia si ritrova un tennista che può raggiungere i traguardi più alti, già nelle prossime settimane, e un giorno, non lontano, magari anche uno Slam. Pressione non gliene va messa, ma intanto si può solo lodare questo ragazzo che cresce di partita in partita puntando al massimo.