Sinner ha un pensiero speciale nel momento del trionfo: “Non vedo Carlos, ah eccolo… grazie mille”
Jannik Sinner ha trionfato – e mai parola fu spesa meglio, visto il dominio dell'azzurro in tutta la settimana – alle ATP Finals di Torino, battendo in finale Taylor Fritz in due set, col punteggio di 6-4/6-4. Un Sinner chirurgico, come ormai siamo abituati a vederlo, pronto ad alzare il livello quando serve, portandolo ad un'asticella non raggiungibile per gli avversari: Fritz ha giocato al suo meglio, ma non c'è stato niente da fare. Il 23enne numero uno al mondo si è complimentato con lo statunitense al momento della premiazione sul campo dell'Inalpi Arena e poi ha dedicato un pensiero a sorpresa per un altro protagonista dell'incontro, il giudice di sedia Carlos Bernardes: il quasi 60enne brasiliano ha arbitrato proprio stasera il suo ultimo match nel circuito (potrebbe ancora esserci in Davis), avendo annunciato mesi fa che questa sarebbe stata la sua ultima stagione, e Jannik lo ha cercato sulle tribune per ringraziarlo. Un pensiero da uomo di classe, prima ancora che campionissimo qual è l'altoatesino.
L'omaggio di Jannik Sinner all'arbitro Carlos Bernardes: "Grazie mille"
Dopo essersi dunque congratulato con Fritz, Sinner ha sorpreso tutti rivolgendosi direttamente a Bernardes, cercandolo prima in giro con lo sguardo, visto che non lo vedeva: "Ora giusto una parola veloce a Carlos… non lo vedo, forse se n'è già andato… ah eccolo, grazie. Quaranta anni di arbitraggio, una carriera straordinaria. Potresti essere ancora in Coppa Davis, ho sentito. Io e Taylor ci siamo sentiti privilegiati di far parte del tuo ultimo viaggio nell'ATP. Grazie mille", ha detto Jannik a Bernardes, visibilmente colpito dall'omaggio del campione azzurro.
L'arbitro brasiliano è stato un protagonista che ha attraversato più epoche del tennis moderno, apprezzato da tutti i giocatori, e questo finale di stagione è stato per lui una meritata passerella, con la ciliegina del tributo del numero uno al mondo. Sinner si conferma un gentleman, quello che colpisce in questo ragazzo è l'assoluta genuinità dei suoi comportamenti: Jannik è così, esattamente come lo vediamo. Un martello ingiocabile per gli avversari in campo, un esempio di classe e sportività fuori dal terreno di gioco. Impossibile non volergli bene: questa sarà un'epoca destinata a restare scolpita nella storia dello sport italiano.