Sinner ha somatizzato l’ingiustizia: ecco perché si è bloccato contro Tsitsipas. Ma dal 2025 si cambia
Sei troppo buono Jannik: lo abbiamo pensato tutti quando Sinner non si è fermato per chiedere all'arbitro di scendere dal seggiolone per vedere il segno abbondantemente fuori della pallina tirata col secondo servizio da Tsitsipas. La correzione della chiamata del giudice di linea sarebbe stata inevitabile e l'altoatesino si sarebbe portato sul 4-1 con due break nel terzo e decisivo set. È chiaro che con una palla così palesamente out, già l'arbitro – la 38enne francese Aurelie Tourte – avrebbe dovuto fare subito overrule senza che Sinner intervenisse, ma quando entrambi non hanno fatto nulla, a quel punto non c'era più nulla da fare: uno dei pilastri del tennis è che un punto non può essere rigiocato dopo che entrambi i tennisti lo hanno portato a termine. E non c'è moviola (o VAR, per dirla alla maniera calcistica) che possa fare qualcosa in questo caso.
E però la tecnologia avrebbe potuto correggere a monte l'erroraccio che ha deciso la semifinale del torneo di Montecarlo e qualificato il greco alla finale in cui affronterà Ruud, se solo sui campi del Principato fosse stato attivo l'Occhio di falco, ovvero il sistema computerizzato che in tempo reale sfrutta le immagini riprese da 10-12 telecamere ad alta velocità per determinare la posizione della pallina con un margine di errore di un paio di millimetri (che pure non è poco, visto come a volte i punti su un dentro/fuori si decidano per uno spazio inferiore). Ma a Montecarlo – come su tutti i tornei in terra battuta del circuito ATP, a differenza di quelli su cemento ed erba – questa tecnologia non è utilizzata.
Fatto sta che Sinner da quel momento, dopo essersi trovato sul 3-2 invece che sul 4-1 contro Tsitsipas, ha accusato problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento fino a farlo crollare e perdere 6-4. Si è poi appurato che si trattava di crampi, prima ad una gamba e poi all'altra: una conseguenza diretta dello stress indotto dall'errore e dalla palese ingiustizia subita. Sinner ha somatizzato la vicenda, come ha spiegato lui stesso dopo la partita: "Ho avuto dei crampi per il nervosismo, ma bisogna accettare il verdetto del campo. Non si può fare niente adesso, questa partita è già il passato. È duro da accettare, perché stavo giocando un grande tennis. Ma io faccio errori e li fanno anche gli arbitri".
Il solito Sinner di un'altra categoria quanto alla sportività, ma dall'anno prossimo situazioni come queste non potranno più verificarsi: l'ATP infatti ha già deciso di uniformare la situazione relativa alle chiamate dentro/fuori in tutti i tornei del calendario, senza più distinzione di superficie, dunque inclusi quelli sulla terra battuta. Con buona pace di chi si ostinava a difendere la tradizione, sottolineando come sui campi in terra rossa la facile individuazione del segno rendesse inutile l'Occhio di falco: quello che è successo in semifinale a Montecarlo dimostra che se si può migliorare nell'interesse del gioco, dei suoi protagonisti e degli spettatori, bisogna farlo senza indugio.