Sinner ha fatto ammattire Medvedev: “Volevo solo andare a casa, non me l’ha permesso”
Prendere o lasciare, Daniil Medvedev è così. Il suo tennis tanto incisivo quanto sgraziato, giocato con uno stile unico figlio di una coordinazione difficile da replicare, fa il paio con atteggiamenti spesso sopra le righe. Scanzonato e guascone, dal russo numero 2 al mondo è lecito aspettarsi di tutto in campo. Ne sanno qualcosa Jannik Sinner e il pubblico di Torino che nell'ultimo match delle ATP Finals, hanno provato sensazioni discordanti nei confronti del classe 1996 di Mosca, che si è imposto in 3 set. E proprio al termine dell'incontro, Medvedev ha provato a spiegare cosa gli è passato per la testa, con parole di stima nei confronti di Sinner.
Il giocatore russo ha sfoderato tutto il suo repertorio tecnico contro l'azzurro. Ha vinto il primo set, praticamente "in carrozza" con un perentorio 6-0, ma ha poi dovuto sudare e non poco, annullando anche due match point ad un coriaceo Sinner. Il tutto accompagnato dal solito show: prima ha fatto infuriare tutti con alcuni gesti provocatori, come lo sbadiglio al momento del cambio campo a pochi passi dall'avversario, poi ha strappato gli applausi concedendo un punto all'azzurro dopo un errore di un giudice di sedia e infine ha tirato una seconda oltre i 200 km/h per cancellare un match point.
Nell'intervista post-partita, Medvedev ha provato spiegare in particolare quest'ultima situazione di gioco, da molti considerata "folle": "Devo essere onesto. Probabilmente non l'avrei fatto se la partita non fosse non decisiva (il riferimento è al fatto che il tennista russo era già sicuro della qualificazione alla semifinale, ndr). Ma sento che è divertente. Penso proprio che sia divertente farlo!". D'altronde giocando contro Sinner, è inevitabile spingersi al limite, con Medvedev che ha sottolineato le analogie tra il classe 2001 italiano e uno dei "mostri sacri" della risposta nel circuito: "Specialmente con Sinner, che è un po' come Djokovic: è un ottimo difensore sulla seconda di servizio. Quando metti giusto una palla dentro c'è grande possibilità che tu perda. Se metti invece una grande seconda di servizio, c'è grande possibilità che tu vinca il punto. Alle volte si tratta anche di probabilità".
E quello che è certo è che Medvedev ha dovuto fare i conti con un giocatore che dopo il primo set, si è dimostrato un osso duro. Insomma il russo è stato costretto a giocare praticamente al top: "È stata dura. È stato difficile sapere mentalmente che la partita era "morta". Non volevo perdere il ritmo. Ho visto abbastanza facilmente e ho pensato di continuare così. Non vuoi giocare 3 ore, considerando poi la semifinale di sabato. Nel secondo set ho giocato al 98-99%, volevo chiudere e andare a casa. Sinner non me l'ha permesso, ha giocato benissimo".