Sinner è nato per unire: “L’Italia se lo merita, è una grande nazione. Abbiamo tutto”
Ci sono momenti che segnano un'epoca: un giorno diremo ‘mi trovavo lì quando successe'. Nell'estate del 2021 potemmo urlare al mondo che l'uomo più veloce del pianeta ce l'avevamo noi, quando Marcell Jacobs vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi. Un risultato che sembrava venire fuori dalla fantascienza, così come da un altro universo sembra ora arrivare il numero uno al mondo di Jannik Sinner nel tennis. Mai un italiano nella storia di questo sport era stato neanche numero due (Pietrangeli tre, Panatta quattro), adesso il migliore ha i colori azzurri e li ostenta con orgoglio dopo essere salito sul tetto del mondo: "È fantastico per l'Italia, siamo una grande nazione", dice in conferenza dopo aver battuto Dimitrov ed essersi qualificato alla semifinale del Roland Garros dove affronterà Alcaraz.
Perché Sinner, nonostante adesso tutti lo tirino per la giacchetta, è nato per unire, sente forte il sentimento di un popolo che lo sostiene dalle Alpi alla Sicilia e non perde mai occasione per rimarcarlo. Lo fa anche stavolta, sottolineando ancora una volta una cosa che per lui è molto importante, al pari dei risultati sportivi strepitosi che già lo hanno consegnato alla nostra storia: l'effetto trascinamento sui ragazzi che giocano a tennis. "Abbiamo grandi allenatori e grandi giocatori, ora possiamo vedere com'è questo momento e sono felice di essere parte di questo movimento italiano – dice con modestia – Ora ci sono sempre più persone che giocano a tennis, il che è grande da vedere. Penso che sia la cosa più importante".
Il 22enne altoatesino ragiona come gruppo e non come individuo, il che è ancora più rimarchevole essendo il tennis uno sport individuale per eccellenza: "Qualcuno è numero uno o numero due o numero dieci, ognuno sta cercando di fare del proprio meglio. In Italia abbiamo molti tornei, anche junior, future e challenger, abbiamo tornei ATP, le Finals a Torino, abbiamo Roma, abbiamo avuto la Next Gen a Milano. È fantastico vedere questo movimento in Italia, penso che lo meriti. L'Italia è una grande nazione, abbiamo tutto".
Parole che danno la statura di un ragazzo che ha tutto per restare in alto per tanti anni: la testa di Sinner è il suo colpo migliore. Solidità, lavoro, sudore, sacrificio: Jannik è forgiato di questa materia qua. E ce lo abbiamo noi, il numero uno ce lo abbiamo noi: è bello ripeterlo e anche scriverlo. Nel 2018 c'era un ragazzo esile come un giunco che aveva appena compiuto 17 anni ed era appena dentro i primi 1000 del ranking, gli chiesero quale fosse il suo sogno nel cassetto: "Il mio sogno è diventare numero uno al mondo e vincere tanti Slam", rispose quel ragazzo con la zazzera rossa.
Un progetto di campione limpido, inseguito e realizzato con determinazione unica. Da quelle parole sono passati 6 anni: il sogno è realtà. Lo abbiamo già detto che Sinner ce lo abbiamo noi?