Sinner e il rituale del rispetto: contro ogni avversario sconfitto ripete sempre lo stesso gesto
La vittoria di Jannik Sinner contro Shelton a Wimbledon è stata una dimostrazione di forza e di classe non solo sportiva. Il colpo sensazionale, con il quale ha definitivamente schiantato la resistenza dell'americano, è arrivato nel lungo tie-break del terzo set scandito dalla rimonta portentosa dell'alto-atesino, legittimato da un finale altrettanto straordinario.
Il tributo di Sinner a Shelton a fine match
L'espressione di meraviglia del pubblico e lo scroscio di applausi hanno squarciato quel velo di magia e di buona sorte che aiuta i più bravi e gli audaci. Jannik Sinner sorride, ringrazia, si schermisce quando dice di essere stato fortunato poi fa un gesto che dimostra come saper vincere e rispetto profondo dell'avversario siano qualità fondamentali se vuoi essere in cima al mondo non solo per una questione di numeri e di ranking.
Un video rimbalzato in rete poco dopo il successo contro lo statunitense è la riprova di quanto sensibilità e buona educazione siano alla base di tutto. E di come, al netto di adrenalina e ferocia per la vittoria, Sinner li abbia fatti propri da tempo.
Cosa ha fatto? Un gesto delicato, apprezzabile. Era intento a sistemare le racchette nel borsone e quant'altro aveva con sé nella sua postazione poi, accortosi con la coda dell'occhio che Shelton stava uscendo dal campo passandogli davanti, s'è subito alzato, ha lasciato le sue cose e s'è prodigato in un applauso sincero verso lo sconfitto. Lo ha guardato e gli ha reso onore per la bella partita disputata.
La gentilezza di Sinner è sincera, lo aveva già fatto
La ‘gentilezza' di Sinner non è questione di etichetta o di pura immagine. Certi atteggiamenti non sono costruiti ma genuini, fa parte dell'etica di un campione. Lui è proprio così. A riprova di ciò sono altri episodi avvenuti di recente, a cominciare dal grande fairplay che ha contraddistinto il post-match contro Matteo Berrettini, superato dopo 4 ore di gioco. Il gesto liberatorio, lo sbuffo e la stretta di mano, il breve dialogo sotto rete e la carezza ricevuta da The Hammer sono una lezione di sport che prescinde dal risultato del campo.
Bellissima fu la reazione avuta a Montecarlo dopo aver battuto Rune: il pubblico lo fischiava, lui gli fece da scudo dedicandogli un plauso. Non incoraggiò l'umore della folla, non ne approfittò per consumare la sua vendetta dopo le provocazioni del danese: se vuoi essere il migliore in campo devi esserlo anzitutto dentro.