Sinner e Berrettini lontani dalle ATP Finals, determinanti saranno gli US Open
Il prossimo novembre Torino ospiterà per la seconda volta consecutiva le ATP Finals, il torneo di tennis che chiude la stagione e al quale partecipano i primi otto giocatori della classifica mondiale. Un anno fa l'Italia è stata rappresentata da Berrettini e da Sinner. Il primo fu sfortunatissimo non si presentò nelle migliori condizioni e dovette ritirarsi tra le lacrime dopo il primo set giocato con Zverev, che poi vinse il titolo.
Diede forfait e al suo posto venne ripescato Sinner, che ottenne una vittoria e una sconfitta nella sua prima partecipazione. La speranza di vederli entrambi in gara ovviamente c'è, è un desiderio degli appassionati italiani e non solo perché i due azzurri raccolgono apprezzamenti dovunque. Ma al momento la loro corsa alle Finals è assai complicata. Serve un finale di stagione incredibile per rimettersi al passo dei primi otto e di Djokovic, che può essere in campo pure se non sarà tra i primi della classifica.
Sia Sinner che Berrettini in questo 2022 hanno ottenuto ottimi risultati, però sono mancati l'exploit al primo e la continuità al secondo. Jannik si è qualificato per i quarti agli Australian Open e a Wimbledon, ha vinto il titolo di Umago, e ha collezionato piazzamenti importanti in tanti tornei. Ma ciò non basta per essere nella top ten. Matteo è stato sfortunato perché a causa di infortuni e del Covid ha saltato una buona fetta di stagione. Ha vinto due tornei sull'erba, giocato le semifinali agli Australian Open e la finale a Gstaad. L'estate americana, che è sempre più ‘pazzerella', sembrava potesse aiutarli ma non è stato così. E ora serve un grande US Open abbinato a un finale di stagione di alto livello per dare la caccia alle Finals.
A pochi giorni dall'inizio degli US Open, Berrettini è numero 14 nella Race con 1865 punti, Sinner è 15 con 1860. I punti non sono pochi, ma ora non c'è più tempo per sbagliare. Alle Finals si qualificano i primi 8 della classifica, a meno che fuori dai primi otto ci sia un tennista che abbia vinto una prova dello Slam e che sia posizionato nella top 20. Questa ipotesi si è verificata solo una volta (nel 2001 con Goran Ivanisevic) e ora potrebbe verificarsi perché Djokovic ha vinto Wimbledon ed è numero 13, e se il serbo non potrà disputare gli US Open perderà ulteriore terreno.
Quindi bisogna guardare sia al numero 8 che al 7, posizioni occupate dal russo Rublev che ha 2695 punti che dal tedesco Zverev fermo a 2700 da mesi, in quanto infortunato alla caviglia. Dunque sono oltre 800 i punti di ritardo per i due italiani, che davanti hanno pure Norrie, Hurkacz, Carreno Busta, oltre a Djokovic.
Considerando che gli US Open assegnano 720 punti ai semifinalisti (360 a chi perde ai quarti, 180 agli ottavi) si capisce bene che per avvicinarsi ‘subito' c'è bisogno davvero di un risultato eccezionale. Non arrivasse si complicherebbe in modo ulteriore il cammino di Sinner e Berrettini, che nel mese di settembre saranno in campo con l'Italia in Coppa Davis.
Le speranze, in ogni caso, non sono perse perché l'autunno sarà ricco di tornei, su tutti Parigi Bercy, un 1000, che chiude la stagione, ma per arrivare in una buona posizione c'è da fare bottino quasi pieno negli appuntamenti autunnali, che oltre a quelli classici (i 500 di Basilea e Vienna) prevedono anche due ritorni nel circuito quelli per gli ATP di Firenze e Napoli, che potrebbero fare da trampolino di lancio per un gran finale di stagione per Jannik e Matteo, che si spera di vedere a Torino.