Sinner domina Djokovic mettendo in pratica i consigli che gli diede Novak a 16 anni: li ha svelati
L'allievo Jannik Sinner ha superato il maestro Novak Djokovic agli Australian Open. Il tennista italiano ha interrotto il dominio del numero uno al mondo qualificandosi alla finale del prestigioso Slam. Ha saputo fare tesoro proprio dei consigli preziosi ricevuti da Nole in giovane età quando ha avuto l'opportunità di allenarsi con lui.
È stato proprio Sinner a svelare tutto durante l'intervista successiva all'impresa nella semifinale degli Australian Open. Il suo interlocutore Jim Courier, mai banale, gli ha chiesto se fosse vera la storia delle dritte date da Djokovic all'ex allenatore di Sinner Riccardo Piatti, tanti anni fa durante un allenamento a Montecarlo proprio su cosa avrebbe dovuto fare Jannik per crescere tennisticamente.
Con sincerità il giocatore che potrebbe diventare il prossimo numero 3 al mondo ha dichiarato: "Questa storia delle 3-4 cose dette da Novak a Riccardo è vera. Avevo 16-17, ero più giovane e ho avuto la possibilità di allenarmi con lui a Montecarlo e già allora c'era quel processo in cui cercavo di imparare dai migliori". Ma cosa gli consigliò nello specifico Djokovic? Questa la risposta di Sinner: "Bisogna capire che in partita è diverso, mi ha detto di spingere la palla di più e di cercare di essere il più imprevedibile possibile. Mi ha detto proprio di essere imprevedibile, e il servizio ad esempio è migliorato tantissimo".
Ed effettivamente proprio la spinta e l'imprevedibilità hanno consentito oggi a Sinner di creare non pochi problemi ad un irriconoscibile Djokovic, sorpreso dal pressing costante del suo avversario. Il percorso però è tutt'altro che finito, anzi. Infatti Sinner è consapevole dei suoi margini di crescita ancora importanti: "La sensazione è che posso migliorare tantissimo e per questo lavoriamo con il mio team".
A proposito poi del match: "È stata una partita durissima. Ho iniziato benissimo per due set, ho avuto la sensazione che lui non stesse bene e ho cercato di spingere e spingere. Nel terzo col match Point ho sbagliato il dritto ma fa parte del gioco. Volevo essere pronto per il set successivo, e l’atmosfera è stata splendida. Non vedevo l’ora di giocare questo match, ed è bene affrontare un giocatore così. Puoi imparare dalle sconfitte come quella con lui a Wimbledon. Fa tutto parte del percorso, sono contento di aver condiviso con voi questo incontro e con il mio team".
E a Sinner è scappato un sorriso quando gli è stato chiesto il perché Djokovic lo soffra così tanto:"Cosa c’è del mio gioco che gli rende la vita complicata? Non lo so (ride, ndr), penso che giochiamo in modo simile, cercavo di far partire lo scambio più volte sul suo servizio e alle volte provavo ad indovinare. Non ti dico le tattiche (ride, ndr) perché ho la sensazione che qualche altra parta la giocheremo. È un piacere giocare questo Slam, lo chiamano lo Slam felice per qualche momento".