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Australian Open

Sinner colpito da un tremore incontrollabile contro Rune agli Australian Open: cosa è successo

La sequenza video delle telecamere inquadra in primo piano Sinner e si nota la mano destra che trema: l’immagine è impressionante.
A cura di Maurizio De Santis
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Il tremore improvviso alla mano destra di Jannik Sinner è l'immagine che ti fa spalancare gli occhi all'alba, incollato davanti alla tv per seguire la partita degli ottavi di finale contro Holger Rune agli Australian Open. Come sta? Cosa gli succede? La sequenza video regalata dalla telecamere è impressionante e angosciante: il numero uno al mondo ha la faccia schiacciata nell'asciugamano, tiene l'arto contro il viso ma quel movimento incontrollabile non si ferma, chiude gli occhi e fa appello alla forza ‘tranquilla' dei suoi nervi, prende una borraccia e un sorso d'acqua. L'astuccio asseconda il tremolio e fa male davvero vederlo così. Era successo anche Djokovic e l'effetto che fa è lo stesso: suscita ansia e preoccupazione oltre a un'inquieta meraviglia. Sensazioni negative spazzate via nel prosieguo dell'incontro, con Sinner che darà prova di grandezza battendo il danese nonostante tutto.

Sinner chiama il medical time-out: cosa è successo

Qualcosa non va, è evidente ma segnali in tal senso c'erano stati anche prima che la sua condizione divenisse così palese. Sinner è stato costretto anche a chiedere l'intervento del fisioterapista, lasciando il campo alla fine del quinto gioco del terzo set dopo aver dato tutto per annullare una palla break e conservare il servizio. Il campione in carica non sta bene e quando chiede il medical time-out si può solo trattenere il fiato: si è tenuto negli spogliatoi, laddove è stato sottoposto a controlli (gli misureranno anche la pressione) e ha avuto il tempo per riprendersi da quel momento di difficoltà fisica.

Il caldo, lo sforzo e (forse) un problema allo stomaco lo hanno fiaccato solo in parte. Sinner manterrà il riserbo nell'intervista a margine della sfida vinta per 3 set a 1: confermerà l'indisposizione ma senza scendere nei dettagli. Qualcosa di simile gli capitò anche a luglio dell'anno scorso, durante il torneo di Wimbledon, quando col saturimetro gli venne rilevata anche l'ossigenazione del sangue. "Mi gira tutto", disse allora. Questa volta è diverso.

Jannik non è lo stesso, ha un problema fisico

Non è lo stesso di sempre, è la prima deduzione che nasce spontanea dinanzi a un altro dettaglio che si manifesta prima del finale del secondo set. Il modo in cui subisce il break nell'ottavo game e lascia il secondo set (6-3) a Rune è la spia del malessere. E quando si dirige verso la panchina lancia uno sguardo che mette in allarme. Situazione che s'è protratta anche all'inizio della frazione successiva, scandita da errori incredibili di Sinner e da una serie di doppi falli a cui è riuscito a porre rimedio con orgoglio, determinazione, aggrappandosi alle sue qualità. Poi arriva la decisione estrema, ha bisogno di soccorso, non sta bene. Rune mostra insofferenza, lo farà anche quando l'avversario si prenderà tutto il tempo necessario al servizio. Non dovrà attendere molto. Jannik rientra, non è lo stesso ma ne ha abbastanza per chiarire cosa vuol dire affrontare un numero uno anche non al top.

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