Sinner asfalta Medvedev e ripensa a quella notte insonne: “Sudavo, non riuscivo a dormire”
Jannik Sinner per la terza volta in carriera ha raggiunto la finale del torneo di Miami. Il tennista italiano si è tolto la soddisfazione di asfaltare letteralmente Medvedev contro il quale aveva perso l'ultimo atto della scorsa stagione. Quello però era un altro Sinner rispetto a quello attuale, molto più competitivo e consapevole dei propri mezzi. Una trasformazione ancor più importante è quella vissuta dal giocatore altoatesino rispetto al 2021, quando disputò la prima finale in Florida.
Ne ha parlato lo stesso Sinner nell'intervista dopo il match vinto contro Medvedev. In quell'occasione l'allora ventenne, accusò anche il peso della pressione dell'ultimo atto in quel di Miami. Ad oggi però il tennista altoatesino è un'altra persona, dentro e fuori dal campo per sua stessa ammissione: "Sono una persona diversa e un giocatore diverso. A volte ci ripenso e ricordo che la notte prima della prima finale al Miami Open non riuscivo a dormire. Stavo sudando durante la notte. Ora ho gestito la situazione molto meglio". Ed effettivamente durante il match perso contro Hurkacz si percepiva la pressione accusata dal giovane tennista italiano.
Già contro Medvedev in questa edizione del Masters 1000, Sinner ha dimostrato di essere cresciuto tantissimo. Per questo ci sarà meno tensione nella marcia d'avvicinamento che porta alla partita contro il vincente di Dimitrov-Zverev, due avversari ostici, in programma domenica: "Sono semplicemente emozionato e felice di tornare in finale. Spero di poter giocare un po' di buon tennis domenica. È un torneo importante per me. Se riesco a vincerlo, bene. In caso contrario, ci saranno tante altre occasioni. Per me è semplicemente una bellissima esperienza".
E sicuramente Sinner nella finale del Miami Open avrà un ulteriore stimolo importante, quello di poter raggiungere il secondo posto della classifica ATP, scavalcando Carlos Alcaraz, ed entrando ulteriormente nella storia del tennis italiano. Nonostante tutto però solo voglia di giocare e competere, con una giusta dose di tensione.