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Sinner a 12 anni aveva già le idee chiare: “Ci spiegò perché preferiva il tennis allo sci”

Sinner e Arnaldi si misero in mostra già in occasione dei Campionati giovanili italiani Under 13. Raffaele Tomassetti, presidente dell’Associazione sportiva Tennis Team Avezzano che ospitò l’evento, ha raccontato a Fanpage.it alcuni aneddoti su quell’esperienza.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner ai Campionati giovanili under 13 (foto di Gabriele Tomassetti)
Jannik Sinner ai Campionati giovanili under 13 (foto di Gabriele Tomassetti)

Matteo Arnaldi e Jannik Sinner hanno messo una firma importante sul trionfo dell'Italia in Coppa Davis. Chiusura di stagione trionfale per i due tennisti che, vincendo i rispettivi singolari, hanno regalato alla squadra di capitan Volandri i punti decisivi per battere l'Australia. Ne è passata di strada da quando entrambi disputavano tornei giovanili in giro per la penisola. Un esempio? I Campionati Italiani Giovanili Under 13 maschili di singolare e di doppio che si tennero nel 2013 presso il Centro Federale dell'Avezzano Tennis Team.

Com'erano da giovanissimi i due classe 2001? Si poteva già intravedere il loro talento quando avevano poco meno di 13 anni? Ne abbiamo parlato con il presidente dell'Associazione sportiva Tennis Team Avezzano Raffaele Tomassetti che ci ha raccontato alcuni particolari interessanti di quell'esperienza. Il dirigente ha visto praticamente crescere Sinner e Arnaldi, che al contrario di tanti altri piccoli colleghi, hanno confermato le aspettative. Anche scartando la possibilità di un'altra carriera, come nel caso di Jannik che ha preferito il tennis allo sci.

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Tommasetti a Fanpage ha ricordato quella memorabile estate: "Mentre a Wimbledon Nole batteva Federer e vinceva il titolo, negli stessi giorni ad Avezzano durante i Campionati Under 13 si giocava il titolo italiano con un tabellone particolare". Un tabellone che oggi fa una certa impressione alla luce dei nomi presenti: "Rivederlo oggi fa effetto, visto che ci sono diversi giocatori in classifica ATP come Passaro, Zeppieri, Sinner, Arnaldi, Bellucci".

Ma che tipo era Sinner? Ci può raccontare l'impatto con quel giovane talento?
"Questo ragazzo che parlava poco e male italiano, figlio del ristoratore di San Candido, è arrivato col maestro. Un ragazzetto serio, ma anche simpatico e sempre sorridente. Un grande lavoratore. La mattina di buon ora già stava in campo, il suo maestro era molto rigido".

Il tabellone di quel memorabile torneo giovanile (Foto di Raffaele Tomassetti)
Il tabellone di quel memorabile torneo giovanile (Foto di Raffaele Tomassetti)

Come fu il torneo di Jannik, la sua stella iniziava già a brillare?
"Jannik arrivò in semifinale. Aveva vinto sempre in due set ed era uno dei favoriti perché stava giocando bene, noi lo seguivamo con attenzione. Purtroppo la notte prima della semifinale non si sentì bene. Nonostante tutto la mattina stava a posto, entrò in campo e vinse il primo set 6-1. Poi all'inizio del secondo set il maestro gli diede dell'acqua fredda ed ebbe una specie di congestione: andò al bagno più volte, dette di stomaco e perse il secondo 6-2. Al terzo sull'1-0 si ritirò".

Come reagì Sinner a quella delusione, sicuramente l'amarezza fu tanta
"Fu una scena particolare perché si vedeva che stava male, tutti quanti ce lo coccolammo. Matteo Arnaldi per primo era dispiaciutissimo di questa cosa. Stemmo un'altra giornata insieme prima di partire ma più che altro per consolarlo. E lui ci disse ‘continuerò a giocare a tennis perché mi piace ed è diverso dallo sci: nello sci se sbagli una porta sei fuori, mentre nel tennis puoi recuperare sempre fino all'ultimo'. E se ne andò sereno come se non fosse successo niente".

Sinner in compagnia degli altri giovani talenti ai campionati giovanili under 13 (foto Raffaele Tomassetti)
Sinner in compagnia degli altri giovani talenti ai campionati giovanili under 13 (foto Raffaele Tomassetti)

Che effetto poi le ha fatto rivedere Sinner ad altissimi livelli anni dopo?"
"Nove anni dopo Djokovic giocò a Wimbledon con quel ragazzino dai capelli rossi. Io Jannik però l'ho rivisto già 4 anni dopo Avezzano. Entrò nel tabellone a Roma al Foro Italico e giocò contro Musetti. Stavo lì avendo un incarico federale ed ero seduto dietro la panchina di Sinner. Lui alzò lo sguardo, si portò la mano sulla testa e disse "Ah Avezzano". E io gli dissi "ah ti ricordi allora?"".

Insomma Sinner giocava molto bene e spiccava in quel parterre di promesse del tennis
"Lui giocava bene: concentratissimo, organizzatissimo fisicamente, come coordinamento e posizione. Quell’annata 2001-2002 li ho seguiti passo passo, perché avevo mio figlio che andava avanti e aveva come avversario storico Cobolli. Poi purtroppo si è infortunato e ha smesso. Molto spesso aiutavo i ragazzini. Mi ricordo che Lorenzo Musetti a 10 anni stava palleggiando con mio figlio e gli dissi ‘tu diventerai forte forte e guadagnerai tanti soldi’ e si fece una risata. Quando l’ho rincontrato a Tirrenia, mi ha riconosciuto e salutato dicendomi: “Maestro io ancora non guadagno tanto, però ci sto provando”. Lorenzo è un ragazzo squisito, di un’educazione eccezionale. Cobolli per esempio invece è simpaticissimo e faceva casino, era il “capoclan”. Nei raduni nazionali li ho visti tutti".

Raffaele Tomassetti e il piccolo Matteo Arnaldi
Raffaele Tomassetti e il piccolo Matteo Arnaldi

E su Arnaldi avrebbe scommesso su un suo futuro radioso?
"Arnaldi arrivò in finale contro Bellucci e perse al terzo set per stanchezza, era distrutto alla fine. Su Matteo non avrei scommesso per un semplice motivo: era piccolino, arrivava alla spalla di Sinner anche se vinse il doppio. Comunque era ordinatissimo, preciso, con un atteggiamento fantastico e sempre sereno e sorridente. Questo lo ha aiutato, e ha un fisico giusto per giocare a tennis".

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