Sabalenka aspetta invano la stretta di mano di Svitolina al Roland Garros: “Una provocazione”
La stretta di mano non c'è stata ma Elina Svitolina (così come le connazionali ucraine) lo aveva già fatto e ribadito anche alla vigilia della sfida contro la bielorussa Aryna Sabalenka: a prescindere dal risultato del campo, è la linea di condotta che s'è imposta. Con chi ha aggredito il suo Paese (oppure fa parte di una nazione che fiancheggia l'invasione) e scatenato una guerra sanguinosa non può esserci alcun cenno d'intesa, nemmeno nel mondo dello sport. È un segnale molto forte, di appartenenza, che arriva dai campi del singolare femminile del Roland Garros.
A passare il turno è stata Sabalenka con il punteggio di 6-4, 6-4: vincitrice degli Australian Open, numero 2 del Ranking Wta, è una delle candidate più accreditate per la conquista del trofeo (tra lei e la gara che può valere il titolo c'è la semifinale dove incontrerà la ceca Karolina Muchova). A fare notizia, però, è l'episodio che tiene accesi i riflettori su quanto sta accadendo in Ucraina e sull'escalation militare alle porte dell'Europa che s'affaccia a Est.
L'incontro è finito, Sabalenka va sotto rete e attende l'arrivo dell'avversaria per il classico gesto di fair-play tra tennisti. Resterà lì, da sola, per qualche attimo: il tempo di accorgersi che Svitolina l'avrebbe ignorata uscendo dal campo senza nemmeno degnarla di uno sguardo. "Non so cosa si aspettasse da me perché le mie dichiarazioni erano state chiare", ha ammesso l'ucraina rispetto a quanto già dichiarato alla vigilia della partita. E a chi le ha chiesto se pensa che la bielorussa, consapevole della sua posizione abbia commesso in qualche modo una provocazione tale da alimentare fischi, ha risposto in maniera netta: "Sì".
Non era solo tennis. Anche questo era aspetto noto tenendo conto dell'atteggiamento delle tenniste: l'una, Sabalenka, s'è spesso trincerata dietro "no comment" e distinguo tra sport e politica; l'altra, Svitolina, non ha mai esitato a esprimere in maniera molto forte le proprie opinioni arrivando perfino a minacciare di non scendere in campo contro russe e bielorusse; l'ucraina ha già fatto sapere che devolverà i premi raccolti agli Open di Francia in beneficenza, la numero 2 al mondo s'è detta preoccupata per la propria incolumità e, incalzata dalle domande dei giornalisti sul conflitto, ha aggiunto che "nessuna persona normale sarà a favore della guerra".
Un'affermazione considerata troppo generica dalle avversarie ucraine. L'unico strappo alla regola di Svitolina c'era stato negli ottavi di finale contro Daria Kasaktina: la russa, che conosce qual è la posizione della tennista, si limitò solo a fare il gesto del pollice in su per complimentarsi. Quel cenno d'intesa non cadde nel vuoto e fu accompagnato dalle belle parole che l'ucraina espresse nei confronti della russa definita "molto coraggiosa per aver dichiarato pubblicamente di essere contraria alla guerra… cosa che molti giocatori non hanno fatto".