Rybakina trionfa a Stoccarda e vince una Porsche, ma c’è un problema: “Ragazzi, non ho la patente”
Elena Rybakina è a bordo della Porsche Taycan che ha vinto a Stoccarda aggiudicandosi il torneo Grand Prix (Wta 500) sulla terra rossa indoor. È seduta dal lato del passeggero nonostante quel bolide fiammante sia ormai suo. In molti si aspettano che, pronunciate le parole di rito a fine match, parlato dell'incontro e fatto i ringraziamenti, si accomodi al volante per uscire dall'arena al volante della vettura.
Invece no, la tennista russa (naturalizzata kazaka) resta lì dov'è, ha bisogno che qualcuno altro guidi l'auto. Perché? Non è questione di stanchezza né di emozione. Il motivo è molto più semplice: non ha la patente. È lei stessa ad ammetterlo sorridendo durante l'intervista: "Beh… veramente non ho la licenza". Si mette in posa per la foto, saluta tutti e poi via… accompagnata fuori dal rombo del veicolo.
È stata una domenica trionfale per Rybakina: nel ranking internazionale occupa la quarta posizione al mondo ma il successo in Germania ha fatto di lei la prima giocatrice a conquistare tre titoli nel circuito femminile nel 2024. Stoccarda dopo Brisbane (in Australia) e Abu Dhabi (Emirati Arabi), un filotto che conferma il buon momento di forma che sta attraversando: ha messo in bacheca l'ottavo titolo internazionale della carriera.
La vittoria in finale della 24enne è stata scandita dal risultato: 6-2, 6-2 è l'esito di un incontro dominato dalla kazaka e durato poco più di un'ora. Perfetta, cinica quanto basta, pronta ad azzannare l'avversaria e chiudere la sfida. È stata la ciliegina sulla torta di una settimana in grande spolvero nell'appuntamento tedesco. Rybakina s'era qualificata per la sfida decisiva dopo aver battuto Jasmine Paolini nei quarti di finale e Iga Swiatek (numero uno al mondo) in semifinale. Le mancava solo l'ultimo atto per trionfare a Stoccarda e, sulla carta, aveva tutti i favori del pronostico dalla sua: all'ucraina Marta Kostyuk, numero 27 del mondo, ha lasciato le briciole e l'onore delle armi. Ha fatto quel che poteva ma differenza di valori in campo era tale che oltre l'orgoglio non è riuscita a spingersi.
Aveva di fronte a sé una montagna da scalare considerato che da circa un anno la kazaka è entrata a far parte del ristretto circolo delle tenniste più forti assieme a Swiatek, Sabalenka e Coco Gauff: tutte la precedono nella speciale graduatoria iridata, ma la scala dei valori è molto più equilibrata di quel che i freddi numeri sono in grado di raccontare.