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Rybakina trionfa a Stoccarda e vince una Porsche, ma c’è un problema: “Ragazzi, non ho la patente”

La tennista kazaka trionfa sulla terra rossa del torneo indoor Wta 500 di Stoccarda. In finale ha battuto l’ucraina Marta Kostyuk in poco più di un’ora (6-2, 6-2). Poi la rivelazione dopo aver vinto anche quel bolide.
A cura di Maurizio De Santis
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Elena Rybakina è a bordo della Porsche Taycan che ha vinto a Stoccarda aggiudicandosi il torneo Grand Prix (Wta 500) sulla terra rossa indoor. È seduta dal lato del passeggero nonostante quel bolide fiammante sia ormai suo. In molti si aspettano che, pronunciate le parole di rito a fine match, parlato dell'incontro e fatto i ringraziamenti, si accomodi al volante per uscire dall'arena al volante della vettura.

Invece no, la tennista russa (naturalizzata kazaka) resta lì dov'è, ha bisogno che qualcuno altro guidi l'auto. Perché? Non è questione di stanchezza né di emozione. Il motivo è molto più semplice: non ha la patente. È lei stessa ad ammetterlo sorridendo durante l'intervista: "Beh… veramente non ho la licenza". Si mette in posa per la foto, saluta tutti e poi via… accompagnata fuori dal rombo del veicolo.

È stata una domenica trionfale per Rybakina: nel ranking internazionale occupa la quarta posizione al mondo ma il successo in Germania ha fatto di lei la prima giocatrice a conquistare tre titoli nel circuito femminile nel 2024. Stoccarda dopo Brisbane (in Australia) e Abu Dhabi (Emirati Arabi), un filotto che conferma il buon momento di forma che sta attraversando: ha messo in bacheca l'ottavo titolo internazionale della carriera.

La vittoria in finale della 24enne è stata scandita dal risultato: 6-2, 6-2 è l'esito di un incontro dominato dalla kazaka e durato poco più di un'ora. Perfetta, cinica quanto basta, pronta ad azzannare l'avversaria e chiudere la sfida. È stata la ciliegina sulla torta di una settimana in grande spolvero nell'appuntamento tedesco. Rybakina s'era qualificata per la sfida decisiva dopo aver battuto Jasmine Paolini nei quarti di finale e Iga Swiatek (numero uno al mondo) in semifinale. Le mancava solo l'ultimo atto per trionfare a Stoccarda e, sulla carta, aveva tutti i favori del pronostico dalla sua: all'ucraina Marta Kostyuk, numero 27 del mondo, ha lasciato le briciole e l'onore delle armi. Ha fatto quel che poteva ma differenza di valori in campo era tale che oltre l'orgoglio non è riuscita a spingersi.

Aveva di fronte a sé una montagna da scalare considerato che da circa un anno la kazaka è entrata a far parte del ristretto circolo delle tenniste più forti assieme a Swiatek, Sabalenka e Coco Gauff: tutte la precedono nella speciale graduatoria iridata, ma la scala dei valori è molto più equilibrata di quel che i freddi numeri sono in grado di raccontare.

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