video suggerito
video suggerito

Ruud si mette nei panni di Sinner: “Quanta gente in prigione senza essere colpevole”

Casper Ruud ha parlato del caso Sinner, spiegando il suo punto di vista e mostrandosi solidale con il numero uno al mondo del quale si è detto tifoso.
A cura di Marco Beltrami
220 CONDIVISIONI
Immagine

Questa volta le parole di Casper Ruud su Jannik Sinner sono reali, e sentite. Dopo il caso delle dichiarazioni di Cobolli erroneamente attribuite a lui nei giorni scorsi, il tennista numero 5 al mondo ha realmente detto la sua sulla vicenda della squalifica del campione azzurro. Ancora una volta il norvegese ha dimostrato di essere dalla parte di Sinner, sposando la scelta di trovare un accordo con la WADA, anche alla luce della piega che prendono poi certe cose.

Ruud sul caso della squalifica di Sinner

Ruud è intervenuto sul podcast "Bounces" di Ben Rothenberg, dopo l'esordio fortunato ad Acapulco nel Mexican Open. Il norvegese si è mostrato dispiaciuto per tutta la vicenda che ha visto coinvolto il collega verso il quale non ha mai nascosto stima e ammirazione. Il tre volte finalista Slam ha le idee molto chiare sul comportamento di Jannik: "Mi dispiace per Jannik. Lui, secondo me, non ha fatto nulla intenzionalmente".

Tanti altri tennisti si sono espressi in maniera molto critica sull'accordo con WADA dimostrando tra l'altro di non essersi documentati abbastanza, nonostante le comunicazioni dell'Agenzia mondiale anti-doping. Ruud invece sa bene che questo tipo di situazioni è tutt'altro che un caso isolato: "Non è la prima volta che accade che si giunga a un accordo per una condanna per doping, il che probabilmente ha sorpreso qualcuno. Quando si guarda al sistema legale, non è insolito che accada quando qualcuno sta per andare a processo. Voglio dire, ci sono molti altri casi in cui gli accordi sono avvenuti appena prima di un processo".

Immagine

Cosa avrebbe fatto Ruud nei panni di Jannik Sinner

Sicuramente Ruud se si fosse trovato nella situazione di Jannik, avrebbe preferito andare a processo, consapevole della sua innocenza. Però poi bisogna fare i conti con i rischi: "Se fossi nei panni di Jannik, ovviamente mi piacerebbe avere la possibilità di difendermi in un processo pubblico, cosa che sono sicuro lui stesse cercando. Ma quando vai a processo, c'è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole, se le giurie o i giudici vedono le cose in modo diverso. Guarda in quanti casi nel mondo qualcuno è andato in prigione quando uno non era colpevole. Quindi, c'è sempre il rischio che tu possa essere dichiarato colpevole anche se non lo sei".

Il quinto giocatore del ranking ATP è sinceramente dispiaciuto per il suo collega: "Un accordo o una sospensione di tre mesi era qualcosa che rendeva soddisfatti entrambi. Tuttavia, mi dispiace per Jannik. Sarà fuori, perderà 4 Masters 1000 su 9 per qualcosa che non ha fatto intenzionalmente. Spero che mantenga la testa alta, tifo sempre per lui e penso che sia una gioia vederlo giocare. Spero che i tre mesi passino in fretta perché è triste per lui e per lo sport, quando il numero uno al mondo attraversa una cosa del genere".

220 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views