Rune spiega l’essenza del suo tennis: “Gioco come se fossi in guerra, l’avversario va disarmato”
Holger Rune è uno dei tennisti destinati a lasciare una traccia nel tennis di oggi e soprattutto di domani, considerata la sua età. Il danese è già un top ten, ha vinto un 1000 (Bercy), ha battuto Djokovic e in questo 2023 deve provare a confermarsi. Rispetto ai fab four che hanno segnato un'epoca infinita (Federer, Nadal, Djokovic, Murray) e a quelli che dovrebbero essere i suoi veri rivali, considerando l'età (Alcaraz e Sinner), Rune ha un carattere totalmente diverso, molto forte. Si può dire che è un giocatore tanto forte quanto polemico, e in un'intervista ha fatto capire perché in campo si comporta in un certo modo.
L'avvio di stagione non è stato splendido, ma gli alti e bassi sono anche utili ai giovani. Rune nell'ultimo torneo giocato, a Indian Wells, è stato tutt'altro che sportivo nei confronti di Wawrinka, con cui aveva un precedente focoso. Sono volate parole grosse tra i due. E il danese non era nuovo a situazioni del genere. Avendo già litigato con Ruud al Roland Garros, e a Bercy con Wawrinka. Ora proverà il colpo grosso nel 1000 di Miami, dove spesso ci sono delle sorprese, e in tanti, non solo quelli fortissimi, hanno una chance.
Alla vigilia ha parlato del suo gioco, e del suo 2023 fatto di 12 vittorie e 6 sconfitte (semifinali a Montpellier e Acapulco, ottavi agli Australian Open): "Rispetto allo scorso anno sono migliorato in termini di sicurezza e di livello di gioco. Tutto sta accadendo molto velocemente. Ora sono numero 8 del mondo, ma ancora non sono soddisfatto: voglio di più, ma senza avere fretta".
Ma parlando del suo modo di vivere le partite Holger Rune fa capire perché in campo è a dir poco polemico ed è sfrontato contro ogni tipo di avversario: "Il tennis è uno sport elettrizzante e non lo maschero quando gioco. Sono affamato di vittoria anche al primo e al secondo turno di un torneo, anche se in teoria non sei spinto al limite. Vado in campo come se stessi andando in guerra, voglio fare sempre il possibile per disarmare l’avversario".
Classe 2003, il danese ha nel mirino il successo in un titolo del Grande Slam, cosa che arriverà quando avrà messo appunto una serie di fattori: "Per vincere un torneo del Grande Slam non mi manca il tennis, si tratta piuttosto di come sono in grado di gestire gli aspetti psicofisici. Sono due settimane molto lunghe: devi rilassarti quando hai tempo, ma anche restare sempre focalizzato".