Rune ribalta la storia del clamoroso sfogo di Djokovic a Wimbledon: “Tutti sappiamo cos’è successo”
Lo sfogo di Novak Djokovic a Wimbledon, dopo la vittoria con Rune ha fatto il giro del mondo. Non si parla d'altro se non delle parole del tennista serbo nel dopo partita, quando si è vendicato del pubblico a suo dire irrispettoso nei suoi confronti durante il match degli ottavi. Una situazione plateale e oggetto di discussione: c'è infatti chi pensa che Nole abbia frainteso il modo di sostenere Rune da parte dei suoi tifosi, considerandolo come una mancanza di rispetto. Esplicative in tal senso proprio le parole del giocatore danese a fine gara.
Rune torna sullo sfogo di Djokovic contro il pubblico dopo la partita a Wimbledon
Rune infatti, chiamato in causa sulla clamorosa reprimenda di Djokovic ha spiegato: "Sappiamo tutti cosa è successo: gridavano il mio nome. Ma non credo che abbia avuto un ruolo importante nella partita. È arrivato un grande supporto per entrambi i giocatori". A cosa fa riferimento dunque Holger? Djokovic si è lamentato soprattutto dei "boo" ricevuti durante la partita. Proprio per questo poi ha quasi ululato al momento di dare la buonanotte dicendo "gooood night", e imitando i versi dei tifosi.
La versione di Djokovic sui boo ricevuti a Wimbledon, la risposta stizzita
In realtà già lo stesso intervistatore aveva provato ad ipotizzare che in realtà la folla stesse gridando "Ruuuuune", e non fischiando lui. Ma Djokovic è stato perentorio: "No, no, no. Non lo accetto. So che stavano tifando per Rune, ma è una scusa anche per fare "booo" a me. Ascoltate, sono nel tour da più di 20 anni e conosco tutti i trucchi. Mi concentro sulle persone rispettose che pagano il biglietto, amano il tennis e apprezzano i giocatori. Ho giocato in ambienti molto più ostili, fidatevi… voi non potete mancarmi di rispetto".
Rune e gli episodi del passato con Djokovic, i tifosi l'avevano già fatto
Rune ha però voluto chiarire poi a bocce ferme, tirando in ballo quanto accaduto in altri tornei compreso Roma: "Tutto è iniziato agli US Open, la prima volta che ci siamo affrontati, quando il pubblico cantava il mio nome e suonava un po' come ‘boo…'. Poi ci siamo affrontati molte altre volte, come in Italia e in Francia dove non pronunciano il mio nome allo stesso modo e le cose sono state diverse. Ora siamo in Inghilterra. Se non sai bene cosa stava succedendo, probabilmente suonava come "boo". Ma sappiamo tutti cosa è successo: ripeto, era il mio nome. Ha giocato così tante partite dall'ultima volta che mi ha affrontato…".
In chiusura ecco che il danese ha comunque voluto minimizzare l'accaduto: "Se non si ricordasse quanto accaduto, probabilmente per lui sarebbe potuto suonare diversamente. Ma non credo che abbia avuto un ruolo importante nella partita. Era semplicemente migliore di me oggi. Che il pubblico fosse questo o quello… penso che sia stato di grande supporto per entrambi i giocatori, a dire il vero. Lo hanno esaltato quando ha fatto buoni punti. E mi stavano supportando. Insomma belle scene sul centrale".
Le parole di Djokovic sullo scontro coi tifosi in conferenza a Wimbledon
E anche Djokovic è tornato poi sugli episodi di Wimbledon, non arretrando di un centimetro. A mente fredda, in conferenza, il giocatore serbo ha bacchettato nuovamente i tifosi indisciplinati: "I tifosi hanno il diritto di essere lì e tifare come vogliono. Potresti obiettare che forse un arbitro o chiunque altro potrebbe intervenire in certi momenti e farli calmare. Ma non c'è molto che puoi fare: non puoi eliminare una sezione dell'intero stadio perché si stanno comportando male o mancando di rispetto".
Insomma a detta di Nole, è lecito che si tifi chi si voglia, ma è altrettanto lecito poi che lui reagisca: "Tutti i veri appassionati di tennis rispettano davvero i giocatori. Ovviamente sostengono uno dei due. Dipende esclusivamente da loro. È pienamente comprensibile. Hanno la libertà di scegliere per chi tifare in partita. Se qualcuno oltrepassa il limite però, reagisco. Questo è fondamentalmente quello che è successo. E quindi anche io ho detto quello che avevo da dire".