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Torneo di Wimbledon 2024 di tennis

Rublev spiega perché si autoinfligge dolore con la racchetta, motivazione inquietante: “Devo farlo”

Il tennista russo ha destato preoccupazione a Wimbledon per l’ennesimo sfogo violento contro se stesso scoppiato durante il match. Non è la prima volta che accade: “Non ne potevo più”
A cura di Maurizio De Santis
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Il raptus di violento autolesionismo di Andrey Rublev è stato impressionante. Lo scoppio improvviso d'ira a Wimbledon non è stato il primo e, probabilmente, non sarà nemmeno l'ultimo del tennista russo che ha ammesso di avere un problema con la gestione della rabbia e, più in generale, delle emozioni nel corso dei match.

Cosa ha fatto? S'è percosso con la racchetta sul ginocchio per punirsi dopo aver sbagliato uno scambio: lo ha fatto per sette volte, provocandosi anche una leggera ferita, tornano alla sua postazione scuro in volto e con l'articolazione sbucciata a sangue.

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Un gesto che aveva ripetuto di recente al Roland Garros in occasione della sfida contro Arnaldi: anche allora perse letteralmente la testa e, fuori di sé, in preda a una crisi di nervi, si fece del male accompagnano quei gesti preoccupanti alle urla.

La scena agghiacciante per il disagio inquietante manifestato dal tennista è entrata nel corredo accessorio della sconfitta e della eliminazione contro Francisco Comesaña (numero 122 al mondo). Un risultato che avrà ripercussioni anche sul ranking Atp, con il russo che scivolerà dalla sesta alla settima posizione a livello mondiale.

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Rublev ha parlato del senso di frustrazione angosciante che lo ha pervaso di nuovo, durante la sfida contro l'argentino. Non ha saputo dare una spiegazione precisa di quel che gli accade e, quando ha rivelato perché si tormenta in quel modo, ha lasciato senza parole.

"Non mi colpirei se potessi sbattere la racchetta per terra – ha ammesso il russo in conferenza stampa -. Non ci è permesso di lanciarla sull'erba. E io in quel momento non ne potevo più, avevo bisogno di sfogare le mie emozioni". 

In buona sostanza, da quel che si evince alle sue frasi, se si è procurato del male è stato per evitare di essere ammonito (prendere un warning) o incorrere in altre sanzioni anche più gravi (penalty point, penalty game fino all'espulsione). Motivazione scioccante.

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Rublev resta impassibile e risponde in maniera serena anche quando gli chiedono se ha consapevolezza di qual è il riverbero delle sue azioni sui social network. In particolare per i commenti che esprimo timore lo stato in cui versa.

"Non faccio molto caso a queste cose. Ringrazio tutti quanti si preoccupano per me, ma va tutto bene – ha aggiunto il russo che ha anche confessato di aver iniziato un percorso per aiutarlo a affrontare le sue emozioni -. Sto cercando di migliorare, ma questo è un processo che richiede un po' di tempo".

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