Rublev racconta il suo incubo peggiore in campo: “Ogni giorno può tornare, è come una dipendenza”
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Andrey Rublev, continua il suo percorso di crescita, non solo tennistica, ma soprattutto mentale. Il suo torneo di Rotterdam si è concluso con la sconfitta contro Hurkacz, ma guardando il bicchiere mezzo pieno, il russo non si è lasciato andare a quegli sfoghi a cui ci ha abituato nella scorsa stagione. Il nuovo Andrey riparte da qui, e dalla soddisfazione per un maggiore controllo su se stesso.
Ne ha parlato prima del match con il polacco e in particolare dopo la vittoria con Marozsan in cui ha ribadito di essere contento per la calma mantenuta dopo un break incassato, o prima di giocare il tie-break. Il primo step per lui è stata l'accettazione, come raccontato ai microfoni di Ubitennis "È importante riuscire ad accettarsi. A volte magari qualcuno è geloso di qualcosa o qualcun altro, però cerca sempre di trovare una scusa. Invece no, la cosa più importante è mettere da parte l’ego ed essere onesti al 100% con se stessi. È importante riuscire ad ascoltare il proprio corpo e la propria voce, oltre ad essere più grati per tutto ciò che ci succede. Non è colpa di qualcun altro, se succede qualcosa di brutto la colpa è solo tua. Dipende tutto da te".
Piano piano i miglioramenti si vedono, ma Rublev convive con la paura che tutto possa tornare durante un match: "Ogni giorno hai comunque un po’ di paura. Pensi ‘ok, oggi ce l’ho fatta’ (a restare calmo, ndr), ma magari domani possono tornare i fantasmi. È un po’ come una persona che è dipendente da qualcosa: ogni giorno c’è un po’ di paura. Oggi ce l’ho fatta, ma chissà se domani ce la farò oppure no".
Fondamentale in tal senso anche l'aiuto di un ex collega come Marat Safin. Il campione russo ha messo la sua esperienza al servizio di Andrey: "Mi ha detto di tutto. Riguardo al mio tennis, non è che ci siano molti segreti. Riguardo al tennis e anche a livello mentale posso dire più o meno lo stesso. È importante riuscire a trovare il modo per cambiare il tuo comportamento. Certo, tutti sappiamo che dobbiamo comportarci bene ed essere tranquilli, ma come si cambia? Questa è la vera domanda“.