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Roland Garros

Rublev furioso al Roland Garros, sfiora la testa di un addetto al campo e rischia la squalifica

Durante l’incontro di primo turno del Roland Garros Andrey Rublev si è infuriato, ha colpito la pallina con violenza, e la pallina ha sfiorato la testa di un ragazzo addetto alla pulizia del campo.
A cura di Alessio Morra
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Al Roland Garros Andrey Rublev conquista la scena, ma non per il successo nel primo turno o per un colpo magico. Il tennista russo in un momento di forte rabbia ha colpito violentemente la pallina al cambio di campo e ha rischiato di colpire in pieno un giovane addetto alla pulizia del campo, al quale è volato il cappellino. Rublev ha rischiato grosso, perché poteva anche essere squalificato.

Andrey Rublev da un paio di stagioni è nella top ten del tennis, è un giocatore di livello, un po' fumantino. Recentemente è stato molto sulla scena per i tre titoli ATP vinti in questa stagione, ma soprattutto perché ha difeso sé stesso e i giocatori russi esclusi dal torneo di Wimbledon. Al Roland Garros ha iniziato giocando contro il sudcoreano Kwoon, giocatore di medio livello che non ama la terra. Doveva essere un match semplice, ma si è messo male in avvio, quando Kwoon ha vinto al tie-break il primo set. E Rublev è andato in escandescenza.

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Il russo ha perso la testa, a un cambio di campo prima di sedersi Rublev ha preso una pallina e l'ha scagliata con grande violenza, la pallina è rimbalzata sulla panchina ed è tornata verso il campo e per un soffio non ha colpito in pieno un ragazzo, che era lì come addetto alle pulizie del campo. Al giovane è volato addirittura il cappellino. Ha rischiato Rublev che poteva far male al ragazzo e che poteva anche essere squalificato, come capitò a Djokovic negli Us Open del 2020.

Il russo si è poi rasserenato, ha trovato la retta via e ha vinto agevolmente in quattro set. Dopo il match si è cosparso il capo di cenere e si è scusato: "È inaccettabile colpire la palla nel modo in cui ho fatto. Potevo far male a qualcuno. Non è un comportamento professionale e spero di non farlo mai più".

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