Roma come Wimbledon, il governo pronto ad escludere russi e bielorussi dagli Internazionali d’Italia
Un vero e proprio terremoto con epicentro Wimbledon. Le scosse provocate dalla decisione degli organizzatori del più prestigioso e antico torneo di tennis del mondo, stanno scuotendo l'intero panorama sportivo (e non) internazionale. L'ufficialità dell'esclusione dei tennisti russi e bielorussi per le conseguenze della guerra in Ucraina fa discutere, con prese di posizione anche perentorie. Quanto accaduto oltremanica potrebbe non essere, al netto delle regole speciali per Wimbledon, un caso isolato. Attenzione infatti anche a quello che potrebbe accadere in Italia, agli Internazionali di Roma.
La scelta dell'All England Club di impedire ai tennisti provenienti da Russia e Bielorussia, con buona pace del numero 2 al mondo del ranking ATP Medvedev tanto per citarne uno, potrebbe non essere isolata. In attesa dell'appuntamento in programma sull'erba londinese a fine giugno, c'è chi sta pensando ad un provvedimento similare. Si tratta, stando alle indiscrezioni del Corriere della Sera, di Mario Draghi che non vuole vedere atleti russi e bielorussi in campo nel più prestigioso torneo di tennis italiano, ovvero gli Internazionali Bnl d’Italia, Masters 1000 in programma a Roma da lunedì 2 a domenica 15 maggio.
Il Presidente del Consiglio vuole mostrarsi coerente con la posizione dell'Italia, che ha condannato la Russia come Paese invasore dell'Ucraina, così come la Bielorussia che ha sostenuto le iniziative di Putin. Ecco allora che il Foro Italico oltre a colorarsi di gialloblu a maggio, potrebbe essere bandito ai giocatori provenienti dalle nazioni considerate responsabili della guerra. D'altronde il pensiero del Premier sembra in linea con quello dei vertici di Wimbledon che hanno escluso i tennisti per evitare che possano promuovere con le loro gesta il regime russo. Infatti nella nota ufficiale si legge: "È nostra responsabilità svolgere la nostra parte negli sforzi diffusi del governo, dell'industria, delle istituzioni sportive e creative per limitare l'influenza globale della Russia con i mezzi più forti possibili".
C'è però una bella differenza tra gli Internazionali di Roma e Wimbledon. Se lo Slam londinese può prendere provvedimenti del genere, essendo organizzato e gestito dall'All England Lawn Tennis and Croquet Club che ha il diritto anche di introdurre condizioni aggiuntive per i partecipanti alla competizione oltre a quelle classiche dell'ATP, diverso è il caso del torneo capitolino. Quest'ultimo infatti risponde alla gestione dell'ATP e della WTA e per questo deve rispettare i parametri delle due massime federazioni che hanno finora permesso a tennisti russi e bielorussi di giocare senza bandiera e senza inno. Lecito ipotizzare che in caso di presa di posizioni da parte del governo italiano o della Federtennis, si potrebbe andare incontro ad una rottura con ATP e WTA con provvedimenti e conseguenze anche pesanti.
In attesa di capire come andrà a finire, il clima è già incandescente anche perché in tanti hanno manifestato solidarietà ai tennisti russi (Rublev per esempio ha fatto riferimento a quella che a suo dire sarebbe "una discriminazione") e bielorussi trovando sbagliata la decisione di escluderli. Di questo avviso il numero 1 al mondo Djokovic, e la leggenda italiana Panatta che trovano inspiegabile l'atteggiamento degli organizzatori di Wimbledon. E chissà cosa potrebbe succedere in caso di bis a Roma.
Le reazioni dei big del nostro tennis sono molto critiche. L'icona del tennis nostrano Pietrangeli all'Adnkronos ha dichiarato: "È una decisione politica degli inglesi che io trovo sbagliata e mi auguro che Roma non faccia altrettanto. La politica non dovrebbe mai entrare nello sport. Trovo ingiusto che a pagare siano i giocatori che non hanno colpe. Al limite posso capire la decisione di escludere la nazionale russa non i singoli giocatori". Sulla stessa lunghezza d'onda Paolo Bertolucci: "È una decisione che trovo profondamente ingiusta e mi dispiacerebbe se Roma la seguisse anche se le parole di ieri di Malagò che ha parlato di decisione in linea con il Cio mi fanno pensare che anche gli Internazionali d'Italia possano sposare la linea del boicottaggio. Sento dire che i tennisti russi e bielorussi dovrebbero fare delle dichiarazioni contro Putin e contro il governo. Mi sembra assurdo chiedere una cosa del genere quando magari il giocatore ha la madre o la sorella in Russia. Voglio vedere chi avrebbe il coraggio di fare certe dichiarazioni se si trovasse nelle condizioni di questi ragazzi che, ripeto non c'entrano niente con la guerra. Sono solo dei ragazzi che giocano a tennis".