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Raffaella Reggi: “Sinner vive un momento difficile, in campo si vede. Alcaraz aiutato dalla Laver Cup”

Raffaella Reggi ai microfoni di Fanpage ha parlato della splendida finale di Pechino tra Sinner e Alcaraz, soffermandosi sulla crescita di Carlitos, sulle differenze con Jannik e sul peso che quest’ultimo porta sulle spalle per il caso del ricorso della WADA.
A cura di Marco Beltrami
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Raffaella Reggi ha avuto l'opportunità di vivere da molto vicino la splendida finale di Pechino tra Sinner e Alcaraz. L'ex tennista italiana, attuale voce di Sky, ha condiviso ai microfoni di Fanpage le sue sensazioni su questa meravigliosa battaglia. Un'occasione per spaziare sulla crescita di Carlitos, certificata anche da quanto accaduto nella Laver Cup, sulle differenze con Jannik e sul peso che quest'ultimo porta sulle spalle per il caso del ricorso della WADA. Una situazione che ha influito e non poco, pur non impedendogli di sfoderare un grande tennis.

Raffaella, quella tra Sinner e Alcaraz è stata una partita eccezionale, che poteva concludersi anche con la vittoria di Jannik. Secondo te dove l'ha persa?
"Quando sei avanti 3-0 al tie-break del terzo con un record di tie-break vinti nell'ultimo periodo, 18 su 19… Anche perché bisogna anche vedere come aveva portato a casa il primo set, in rimonta e sempre al tie-break. In sede di telecronaca ci siamo guardati e ci siamo detti che quella era una grande occasione. Ma francamente lì è mancato sicuramente il servizio, la prima palla. Poi Alcaraz vedendo la situazione di punteggio, ha preso dei rischi incredibili giocando dei punti pazzeschi. Con la prima di Sinner in campo però magari avremmo avuto un epilogo diverso".

Considerando complessivamente l'intera partita, Jannik deve avere dei rimpianti?
"Il servizio ha sicuramente influito anche nel primo set, con percentuali veramente molto molto basse. Eppure lo ha portato a casa in un modo francamente particolare. A me è sembrato che quel set l'abbia un po' perso Alcaraz. Jannik poi è cambiato e si è visto l'atteggiamento un pochino più vispo, perché prima fino al 5-2 era abbastanza spento. Poi dopo è stato l'altro invece a giocare un po' così".

Insomma questa partita ha cambiato qualcosa negli equilibri tra i due?
"Secondo me Alcaraz oggi ha qualcosa in più, ma dal punto di vista proprio della lettura della partita e dei momenti importanti. Mentre a livello mentale è Jannik ad avere qualcosa in più. Alcaraz da questo punto di vista può attingere ancora, con Jannik che invece sta provando a cercare delle variazioni in più oltre a questo ritmo forsennato che ha da fondo. I due possono dunque lottare sempre fortemente e questo è bello, perché è una rivalità meravigliosa. Si stimano molto poi, c'è grande rispetto. Anche le parole prima della partita di Alcaraz su Jannik sono state molto belle".

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Il riferimento è alle parole di Carlos sul caso del ricorso della WADA al TAS,  è un enorme peso mentale che ha gravato su Sinner?
"Credo anche che tutta la situazione che c'è fuori abbia influito. C'è una certa solidarietà dimostrata da Carlos, rispetto magari alla prima volta, quando è uscita fuori la notizia. D'altronde anche Djokovic si è pronunciato a Shanghai. La cosa che mi sorprende è che nonostante il momento così delicato, visto che Sinner e il suo team erano convinti che tutto fosse finito con il verdetto dell'ITIA, Jannik è riuscito a rialzarsi e giocare alla grande. È stata una batosta non indifferente, ma lui ha cercato comunque di dare il massimo con l'aiuto del team e delle persone che gli vogliono bene. Ora ci vorrà del tempo, si parla addirittura di verdetto a febbraio 2025. Non è semplice, pur essendo convinti ovviamente di non aver mai fatto niente di male. È un macigno bello pesante…

Hai fatto riferimento agli interventi di Djokovic e Alcaraz. Potrebbero essere legati alla paura che tutto questo possa un domani capitare anche a loro?
"Non so, a me pare che si sia montato un polverone anche politico su questa vicenda. Su queste cose qui cerco sempre di stare, ripeto, un passo indietro perché non ci si può esprimere con certezza assoluta. C'è qualcosa da rivedere molto probabilmente in quello che è forse tutto il sistema, controllare anche le procedure. Ed è quello che lo stesso Djokovic ha dichiarato a Shanghai. Poi non mi azzardo a dire nulla su come è stato strutturato il tutto. Sento parlare di una ‘questione politica' perché la WADA potrebbe volersi ripulire l'immagine dopo il polverone dei nuotatori cinesi. Insomma ci sono tante correnti di pensiero".

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La speranza ovviamente è che tutto si chiuda con un nulla di fatto, sarebbe un gran sospiro di sollievo per Sinner
"Rimango su quello che può essere lo stato d'animo di Sinner, il mio pensiero è rivolto a lui. Poi tutto il resto spero veramente che si possa sistemare e che non ci sia nessun tipo di squalifica. Questo è il mio augurio, ma tutto il resto, tutte le procedure, quello che si potrebbe fare o non fare, non sta a me dirlo. Certamente, anche ripensando alle parole di Djokovic, mi viene da pensare che vi sia qualcosa nel sistema di poco chiaro".

Tornando sulla partita, pensi che Alcaraz sia cresciuto molto mentalmente rispetto al passato. L'ha dimostrato nel tie-break?
"Quello che ho potuto riscontrare rispetto all'Alcaraz dell'estate è che sicuramente gioca più libero e un pochino più sereno, anche in situazioni delicate. Insomma è stata una partita di grandissima intensità però la sensazione è che Carlos se la stia godendo un po' di più. Insomma, dopo la delusione delle Olimpiadi, secondo me ci è voluto un po' per ritrovare anche l'entusiasmo, la voglia di rimettersi in discussione. Ci sono state anche dichiarazioni che lui ha fatto inerenti alla programmazione che mi hanno lasciato un po' interdetta. Perché tu oggi hai delle obbligatorietà nel giocare dei tornei, ma poi in realtà la programmazione la puoi scegliere tu. Questa è fitta anche per Jannik: lui ha vinto tantissimo, però se vai a vedere quanti tornei ha disputato, non è che abbia giocato tantissimo, ha vinto tanto, ma tornei alla mano non sono un picco così eccezionale".

Insomma c'è stato dunque un salto di qualità per Alcaraz?
"Secondo me l'ha aiutato tantissimo la Laver Cup. Mi dà la sensazione che in quel torneo c'è stato anche questo cameratismo tra i giocatori con lui che per esempio l'ultimo giorno ha deciso quella che era la formazione da schierare. Ha deciso lui e gli altri giocatori gli sono andati dietro: questo significa avere personalità anche se sei il più giovane della squadra.

Ma quanto è fondamentale per lui il coach Ferrero?
"Ferrero è fondamentale per lui. Quando non c'è, secondo me, cambiano un po' le cose. Ferrero ha la capacità di tenerlo molto concentrato, di tenerlo tranquillo. Soffre l'ira di Dio a bordo campo e si vede anche nella reazione dopo la finale: quando ha vinto è scoppiato in lacrime, quindi immagino anche il carico di tensione".

Abbiamo visto un Alcaraz nel pieno delle potenzialità dopo il flop degli US Open?
"È arrivato con la grande delusione degli US Open dove lui francamente si aspettava qualcosa di diverso. Nel tie-break finale mi ha sorpreso per come ha cercato sempre comunque di prendere la rete, di dettare lui i tempi. Gli è andata bene perché francamente ha giocato dei punti con dei rischi pazzeschi".

Ora siamo 3-0 per Alcaraz su Sinner negli ultimi confronti diretti. Hai l'impressione che quando giocano entrambi al 100% Alcaraz sia più avanti?
Oggi su terra ed erba forse darei lievemente favorito Alcaraz in questo momento. Sul cemento dico Jannik. Bisogna sottolineare anche il momento: cioè Jannik difficilmente lo vedi finire sotto 5 a 2 nel set, senza lottare come poi ha fatto dopo. E questo sicuramente denota anche il momento difficile che sta vivendo. Considerando anche tutto il percorso per arrivare alla finale, cioè due match recuperati da un set sotto, non giocando il suo miglior tennis. Contro Lehecka e Bu ha commesso tanti errori. Quindi è stato bravissimo ad arrivare a giocare una partita a quel livello, considerando tutto quello che c'è fuori. Tecnicamente Alcaraz ha scelte di gioco che usa con grande facilità, anche se si piace un po' troppo e vuole fare cose un po' troppo splendide e per il pubblico. Anche perché la carta d'identità ci dice che è ancora giovane. Sinner invece è molto più concreto, un caterpillar da questo punto di vista qui. Quando c'è la situazione che sente, in cui sa che deve cambiare passo e comunque portare a casa il punto, lo fa".

Quello che sembra certo è che ci aspettano tantissime sfide in futuro, per una rivalità meravigliosa.
"Sarà assolutamente una gran bella rivalità tra di loro. L'intensità e la qualità dei colpi da fondo campo di Jannik contro le variazioni in più che può mettere in campo Alcaraz. Ieri era solo la seconda finale che hanno giocato tra di loro e io penso che queste saranno finali slam già dall'anno prossimo. È bello anche perché c'è molto rispetto tra di loro. E lo spero anche per il tennis maschile, visto che abbiamo avuto la bellissima rivalità Federer e Nadal che hanno vinto tutto. Loro sono ancora molto giovani e l'augurio è che possiamo essere testimoni anche qui di un bellissimo confronto".

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Mi ha impressionato anche l'atteggiamento di Sinner dopo la sconfitta, sempre positivo e sorridente nonostante la delusione, non credi?
"Magari non si aspettava di poter giocare una partita così alla pari con tutto quello che è venuto fuori? Mi faccio questa domanda. Insomma la soddisfazione per quanto fatto nonostante i pensieri. Anche il fatto di riuscire inizialmente ad invertire  un match iniziato male, giocando con un'intensità pazzesca. Lui stesso ha detto di essere orgoglioso, perché francamente quello che avevamo visto nell'arco di tutto il torneo non faceva presagire una finale di questa entità. Assolutamente. E quindi secondo me arriva anche a Shanghai con sensazioni positive, cosa che molto probabilmente all'inizio del torneo di Pechino non aveva".

Raffaella, nella scorsa intervista parlammo a lungo di Berrettini e del tunnel degli infortuni, Matteo sta ritrovando il suo tennis anche dopo i problemi di Tokyo
"Meno male sì, anche perché se sta bene in Davis io lo porterei tutta la vita, Matteo. In Davis c'è pressione, tensione, per match secchi e importanti. Una volta erano quattro singolari e un doppio, adesso sono due singoli. È diverso. Musetti? Insomma in Davis non è che abbia fatto benissimo. Arnaldi sì che ha fatto bene l'anno scorso, però non sta vivendo un gran momento. Per questo Matteo secondo me con la personalità e col gioco che può esprimere su questa superficie indoor, può dire la sua. Poi Malaga è abbastanza veloce e un pensierino immagino che Capitan Volandri lo faccia. Fermo restando che Matteo dovrà essere assolutamente al massimo fisicamente".

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