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Quel dettaglio nella email di Peng Shuai gela il sangue: la preoccupazione sulla sua sorte aumenta

Lo screenshot di una presunta email di Peng Shuai diffusa da un media cinese non ha tranquillizzato sulla sorte della campionessa di tennis. Anzi, un dettaglio fa venire i brividi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il mondo del tennis e non solo è col fiato sospeso in attesa di vedere ricomparire Peng Shuai, o almeno di sentire la sua voce, perché possa spiegare cosa le è accaduto dopo la denuncia di violenza sessuale nei confronti di un potente uomo politico cinese, l'ex vice premier Zhang Ghaoli. Il post su Weibo dell'ex numero uno della classifica di doppio – nel quale denunciava gli abusi risalenti a tre anni fa – è stato rimosso dopo mezzora, poi il profilo della 35enne tennista è stato disattivato e successivamente è ricomparso ‘ripulito', senza la possibilità di postare commenti o interagire in alcun modo. Su Weibo – il social network cinese più diffuso – nessuno ora può scrivere un post contenente i nomi dei due protagonisti dello scandalo: se ci prova, riceve un messaggio di errore per violazione di "leggi e regolamenti pertinenti".

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Insomma, censura dura e pura dell'apparato cinese, che ha subito fatto calare una coltre pesantissima sulla vicenda. Ma soprattutto, da quella sera del 2 novembre, Peng Shuai è sparita e nessuno sa dove sia. Le preoccupazioni sulla sua sorte sono andate di pari passo con la speranza che si fosse rifugiata negli Stati Uniti per sfuggire ad una possibile ritorsione, con tante colleghe dell'ex numero 14 al mondo che si sono mobilitate per spingere l'opinione pubblica internazionale a fare pressioni sulla Cina affinché facesse luce sulla vicenda. Alize Cornet, Naomi Osaka, ma anche Novak Djokovic, hanno chiesto la verità e l'hashtag #WhereIsPengShuai si è rapidamente diffuso su Twitter. Il CEO della WTA Steve Simon ha chiesto alla Cina di dare delle risposte: "Abbiamo un'atleta che fa parte della nostra famiglia  che ha mosso gravi accuse. La sosterremo al 100% e vogliamo vedere un'indagine completa su questo. Se non è così e se non sono cooperativi, allora dovremo prendere alcune decisioni". E anche il sito della WTA ha rilasciato una nota ufficiale in cui si chiede "un'indagine completa, equa e trasparente sulle accuse di violenza sessuale contro l'ex leader cinese e la fine della censura contro Peng Shuai".

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Mentre è continuato a non arrivare nessun segnale dalla tennista, ieri ci ha pensato il China Global Television Network a rompere il silenzio sulla questione, con la diffusione dello screenshot di una presunta email mandata da Peng Shuai al CEO della WTA. Nella email la donna assicura di "stare solo riposando a casa e che va tutto bene", negando poi con decisione tutta la storia delle accuse di violenza sessuale all'ex vice premier: "Ciao a tutti, sono Peng Shuai. Per quanto riguarda le informazioni recenti pubblicate sul sito ufficiale delle WTA, non sono state verificate o confermate con me e sono state rilasciate senza il mio consenso. Le informazioni in questa versione, comprese le accuse di violenza sessuale, non sono vere. Non sono scomparsa, né sono in pericolo".

Una smentita dall'aspetto così artefatto e posticcio, sia nella modalità che nei toni burocratici usati, che non ha convinto davvero nessuno, in primis lo stesso capo della WTA, che ha subito risposto di "trovare difficile credere che Peng Shuai abbia effettivamente scritto l'email che abbiamo ricevuto o credere a quello che le viene attribuito". Simon ha dunque ulteriormente rilanciato la richiesta alla Cina di "indagini trasparenti sulle accuse di violenza sessuale", aggiungendo che la mossa del media cinese "non fa che aumentare le preoccupazioni per la sicurezza di Peng Shuai e dove si trova".

Del resto, il CGTN che ha diffuso lo screenshot è un canale di notizie in lingua inglese che è sotto il controllo del partito comunista cinese. Quanto possa essere affidabile una smentita fatta in quel modo di un'accusa pesantissima ad un membro del medesimo partito comunista è una domanda la cui risposta fa venire solo cattivi pensieri. Che diventano brividi di paura per la sorte di Peng Shuai quando si nota un dettaglio sottolineato da Stephen McDonnell, corrispondente della BBC a Pechino: "Perché il cursore è visibile in questa schermata?". E in effetti il cursore dovrebbe essere visibile solo sul PC di chi scrive la email, non su quello di chi la riceve. "Chi ha preso quello screenshot e quando? Chi l'ha mandato?", chiede ancora il giornalista britannico. Domande che tutto il mondo si fa e che esigono una risposta al più presto.

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