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Pietrangeli su Sinner e il caso doping: “È già strano che venga giudicato mesi dopo”

L’ex campione dice la sua sul momento che sta vivendo il numero uno al mondo per il caso Clostebol. A metà aprile l’udienza decisiva dinanzi alla Wada.
A cura di Maurizio De Santis
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Jannik Sinner ha vinto la prima partita agli Australian Open 2025. Li affronta da campione in carica e con una vocina che gli ronza in testa perché il 16 e il 17 aprile, nell'udienza a porte chiuse alla Wada, saprà cosa ne sarà di lui: sarà squalificato per la vicenda doping legata al caso Clostebol oppure l'Agenzia confermerà la versione di "nessuna colpa e nessuna negligenza" dell'ITIA?

Di qua o di là, è come la palla che carambola sul net e puoi fare nulla se non sperare che la fortuna sia dalla tua parte. E l'azzurro ritiene di essere da quella giusta. Intanto, ha messo a tacere Jarry che aveva alimentato perplessità su diversità di trattamento e applicazione dei protocolli.

La vicenda doping e la crociata di Kyrgios

"Se parlo so, se non parlo non so… – dice Nicola Pietrangeli, oggi 91enne, ai microfoni di Rai Gr Parlamento – è meglio in questo caso stare zitti. Sono coinvolte talmente tante persone… ed essendo un argomento molto sentito tutti fanno finta che sanno. La verità vera è che secondo me non lo sa neanche Gesù bambino. Spero non succeda niente, è già una cosa strana che se c’è qualcosa venga giudicato mesi dopo".

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Tra i più feroci assertori del trattamento di favore e fautore di sospetti nei confronti di Sinner c'è Kyrgios. Pure lui era in gara a Melbourne ma ha dovuto arrendersi al primo turno perché lontano dalla forma dei tempi migliori. "Peccato sia stato eliminato – ha aggiunto l'ex campione di Davis e icona del tennis tricolore – era sicuramente un bel ‘soggetto' per il tour dell'Atp. Perché? A parte che è forte ma è uno che fa un po' di casino, uno strano personaggio". 

Sinner da battere: "C'è una taglia su di lui come nei film"

Quanto a Jannik numero uno al mondo, adesso è la lepre a cui tutti danno la caccia. Pietrangeli ci scherza su e azzarda un paragone. "Assomiglia a un personaggio dei film western sul quale c'è una taglia di cinquemila dollari per ammazzarlo… tutti vogliono batterlo".

La domanda dalle cento pistole è sempre la stessa e tira in ballo il confronto con quanto fatto da Pietrangeli in carriera. L'ex campione non cade nel tranello e si tira fuori dalla mischia di chi vuole fare per forza un paragone. "I record, così lo mettiamo bene in chiaro una volta e per sempre, sono fatti per essere battuti. Lui mi ha un po' tirato giù dal trono, questo è indubbio ed è normale. Ma fare confronti è stupido perché il giudizio su Sinner va dato solo alla fine della sua carriera, così come la conta dei suoi record. E poi ognuno è bravo nella sua epoca".

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Fin dove può arrivare il campione alto-atesino? "Nessuno può dire quanti slam vincerà – ha concluso Pietrangeli -, sarebbe stupido anche solo farlo… ha appena 23 anni come si fa a quantificare già i suoi successi? Non si possono fare previsioni e questo vale anche per le cose molto più serie".

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