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Perché WADA ha deciso di patteggiare con Sinner passando da un anno di squalifica a soli tre mesi

La WADA ha spiegato il motivo per cui ha proposto a Jannik Sinner un patteggiamento e dunque una sospensione di 3 mesi. Il suo è un caso “unico”, con un’ipotetica pena di un anno considerata “eccessiva”.
A cura di Marco Beltrami
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Perché la WADA ha cercato, e poi ottenuto, l'accordo con Jannik Sinner chiudendo il caso Clostebol? Quali sono le ragioni per cui l'Agenzia Mondiale Anti-Doping ha evitato di andare a giudizio di fronte al TAS dopo il ricorso presentato allo stesso organismo giudiziario? Tutto viene spiegato in un report che la stessa WADA ha inviato agli organi di stampa, in cui viene sottolineato come la sospensione di 12 mesi sarebbe stata "eccessivamente severa" per una vicenda classificata come "unica". Ovviamente ribadendo ancora una volta come sia stato verificato e concordato che "lo scenario dell'atleta fosse scientificamente plausibile e ben supportato dai fatti".

Perché WADA ha deciso di patteggiare con Sinner, il suo caso è unico

Innanzitutto WADA ci tiene a specificare nella sua nota come il caso di Sinner, chiusosi con una sospensione di 3 mesi, non "rientra pienamente nel quadro delle sanzioni". Proprio per questo dunque si è cercato di evitare il TAS e dunque una sanzione all'altezza della situazione. Si legge nel report riportato da Sky: "Oltre alle disposizioni sulle sanzioni previste dal Codice (dagli articoli 10.1 a 10.7), l'art. 10.8.2 del Codice consente esplicitamente un'ulteriore riduzione del periodo di ineleggibilità, basandosi sul livello di gravità della specifica violazione, nonché sul riconoscimento dell'infrazione da parte dell'atleta e sulla sua accettazione delle conseguenze appropriate".

Per giustificare il suo operato, l'agenzia fa riferimento anche ad altri casi particolari: "Sebbene gli accordi di risoluzione dei casi ai sensi dell'art. 10.8.2 siano stipulati in casi eccezionali, la disposizione è stata comunque utilizzata decine di volte tra le migliaia di casi giudicati da quando il Codice 2021 è entrato in vigore. Come detto, tali accordi richiedono che tutte le parti coinvolte, inclusa l'Autorità di Gestione dei Risultati (nel caso di Jannik Sinner si trattava della Federazione Internazionale di Tennis/Agenzia Internazionale per l'Integrità del Tennis), l'atleta e la WADA, concordino sulle conseguenze appropriate".

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WADA spiega le cause del ricorso al TAS contro Sinner

Necessario però spiegare il motivo per cui si è arrivati comunque a presentare ricorso al TAS. Secondo la WADA necessario ribadire che il focus della vicenda sia ancora una volta la valutazione della responsabilità di Sinner sull'operato dei componenti del suo team: "La Wada ha ritenuto che la decisione di primo grado, che aveva stabilito che l'atleta non aveva alcuna colpa o negligenza, fosse errata secondo il Codice. Infatti, il commento alla disposizione sulla "nessuna colpa o negligenza" stabilisce che essa non si applichi nei casi in cui vi sia stata "la somministrazione di una sostanza proibita da parte del medico personale o del preparatore atletico dell'atleta senza che quest'ultimo ne fosse a conoscenza (gli atleti sono responsabili della scelta del proprio personale medico e devono informarlo che non possono ricevere sostanze proibite)". Per difendere il principio fondamentale secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del proprio entourage, la Wada ha deciso di presentare appello al Tribunale Arbitrale dello Sport". 

Per questo il periodo da prendere in considerazione per un'ipotetica squalifica da parte del TAS sarebbe stato, "disposizioni pertinenti sulle sanzioni (in assenza di un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell'art. 10.8.2)", di uno o due anni. Questo nel caso in cui appunto si accetti che l'atleta non abbia avuto una colpa o negligenza significativa".

Sanzione di un anno troppo severa per Sinner, la WADA ha confermato la tesi sulla contaminazione

Qui però ecco la necessità di trovare un patteggiamento, in quanto il caso Jannik Sinner viene considerato come unico: "I fatti di questo caso, come delineati nella decisione di primo grado, erano veramente unici e diversi dagli altri casi di somministrazione da parte del personale di supporto dell'atleta. Infatti, non si trattava di una somministrazione diretta da parte dell'entourage dell'atleta, ma di un assorbimento transdermico, poiché il massaggiatore dell'atleta (senza che quest'ultimo ne fosse a conoscenza) aveva trattato un taglio sul suo dito con un prodotto contenente clostebol"".

La WADA dunque attraverso "la propria approfondita revisione" ha ancora una volta "verificato e concordato che lo scenario dell'atleta fosse scientificamente plausibile e ben supportato dai fatti. In effetti, lo scenario presentato dall'atleta era già stato accettato dall'Agenzia Internazionale per l'Integrità del Tennis e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso in primo grado". 

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Necessario cercare un accordo con Sinner su una sanzione ridotta per WADA

La conclusione dell'Agenzia dunque è stata che alla luce "del livello di gravità della violazione in base ai fatti specifici, una punizione di 12 mesi "sarebbe stata eccessivamente severa". Per questo ecco "la volontà di stipulare un accordo di risoluzione del caso ai sensi dell'art. 10.8.2, che consente una riduzione della sanzione rispetto a quella altrimenti applicabile".

Tra l'altro, considerando anche quello che accadrà dal 2027 in poi con il cambio delle regole: "Vale anche la pena notare che, prima ancora che il caso di Jannik Sinner emergesse, il team che sta redigendo il nuovo codice Wada per il 2027 aveva proposto una maggiore flessibilità per i casi di contaminazione, come quello di Sinner, prevedendo un intervallo di sanzioni che va da un semplice rimprovero fino a due anni (ovvero eliminando il minimo di un anno per le sostanze non specificate). Questa modifica nella bozza del Codice 2027 è stata ampiamente accolta dalla comunità antidoping, data la crescente consapevolezza della diffusione di situazioni di contaminazione imprevedibili".

Infine ecco la risposta a quei tennisti e non solo che parlano di differenze di trattamento tra Sinner e altri atleti: "Alla fine, la Wada è soddisfatta che sia stata fatta giustizia in questo caso e che la sanzione sia appropriata per la violazione commessa. La Wada è lieta di aver potuto gestire questa questione in modo aperto e trasparente, con i fatti del caso resi disponibili e di dominio pubblico. L'equità dimostrata in questo caso (nel senso che la sanzione è proporzionata alla violazione) mostra che il sistema funziona molto bene. Ogni caso deve essere considerato in base ai suoi meriti e ai fatti specifici. Il fatto che siano tutti tennisti non significa che i loro casi siano uguali".

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