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Perché Sinner può avere la residenza e pagare le tasse a Montecarlo senza infrangere nessuna regola

Jannik Sinner ha la residenza a Montecarlo e dopo la vittoria degli Australian Open è scoppiata la polemica sul ‘campione italiano che non paga le tasse in Italia’. Ma il tennista altoatesino non fa nulla di male: si rischia solo in un caso.
Intervista a Prof. Angelo Cremonese
Professore incaricato di Scienza delle Finanze, Facoltà di Economia, L.U.I.S.S. Guido Carli, Roma.
A cura di Maurizio De Santis
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Jannik Sinner ha scelto di vivere a Montecarlo, dove ha spostato la residenza fiscale: ha fatto qualcosa di illegale? No. Non paga le tasse in Italia ma nel Principato, è perseguibile per legge? No. Si può dire sia emigrato a Monaco per fini meramente finanziari? No, anche perché lui stesso ha più volte motivato la decisione con ragioni e opportunità di tipo professionale, alludendo a strutture altamente qualificate, alla qualità della quotidianità e del clima per allenarsi in condizioni ideali, al confronto con i migliori giocatori che lo aiuta nel processo di crescita e di maturazione tecnica oltre che emotiva. In quali situazioni rischia d'incorrere in sanzioni? La discriminante è nel centro degli interessi vitali, economici e affettivi, per i quali potrebbe essere attaccabile in un solo caso ma non è il suo. In buona sostanza, a beneficio di esempio, è una sorta di lavoratore autonomo italiano che vive all'estero, gioca rappresentando essenzialmente se stesso (se non quando fa parte della selezione azzurra), guadagna e versa quel che deve all'estero.

La polemica molto mediatica e populistica sul ‘campione nazionale che aggira le imposte dell'Erario' può essere sintetizzata in queste poche righe che si accompagnano al brusio intorno alla figura del tennista che negli ultimi mesi (a partire dal trionfo in Coppa Davis fino alla conquista dello Slam agli Australian Open) ha visto aumentare in maniera esponenziale notorietà e attenzione (anche morbosa, in particolare per la relazione con la fidanzata, Maria Braccini) per tutti gli aspetti della sua vita. Per fare chiarezza sulla vicenda e spiegare perché, al di là delle obiezioni etiche e delle analisi sociologiche soggette a interpretazioni strettamente personali, Sinner non può essere considerato né un furbetto né un potenziale evasore Fanpage.it ha parlato con Angelo Cremonese, Professore incaricato di Scienza delle Finanze, Facoltà di Economia, L.U.I.S.S. Guido Carli di Roma.

Sinner in allenamento a Montecarlo.
Sinner in allenamento a Montecarlo.

Professore, perché è comune a tanti sportivi di successo avere la residenza a Montecarlo?
"La giusta chiave di lettura non può partire solo da valutazioni di tipo sociologico o etico. Sicuramente pagare le tasse in un Paese diverso e in base a un regime più agevole rispetto a quello di nascita può far storcere un po' il naso a molti. Ma una considerazione del genere non può prescindere da altre che fanno riferimento a una struttura organizzativa complessa che ruota intorno allo sportivo, in questo caso il tennista tra i più forti al mondo (può diventare il numero uno nel Ranking Atp, ndr)".

Qual è il principale vantaggio fiscale di risiedere a Montecarlo?
"Anche in questo caso la valutazione deve tenere conto di ciò che rappresenta un giocatore come Sinner e del suo mondo dietro le quinte. Non è solo una questione di ‘semplice' convenienza finanziaria. L'esigenza di una tassazione ridotta diventa fondamentale per la gestione stessa della sua figura e dell'apparato che gli ruota intorno, a cominciare dallo staff. In che senso? Immaginiamo, per esempio, quali possano essere quelle voci di spesa necessarie per sostenere l'intera organizzazione: se all'estero trovano agevolazione in un sistema più leggero, in Italia per la complessità della burocrazia e della normativa rischierebbero addirittura di alimentare aggravi rispetto a quanto sarebbe giusto corrispondere".

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Come si può riassumere in breve la principale differenza tra il regime fiscale di Montecarlo e quello italiano?
"La tassazione agevolata e più contenuta aiuta molto per tutto ciò che riguarda i guadagni non direttamente collegati ai premi vinti nei tornei disputati, che pure sono tassati nel Paese di residenza, come sponsorizzazioni, diritti d’immagine, marketing e investimenti di tipo finanziario e immobiliare. Nel Principato non ci sono obblighi erariali di natura patrimoniale né imposte sul reddito delle persone fisiche o delle società. Attenzione, però, questa condizione non vale per i montepremi che i tennisti riscuotono grazie alle vittorie nei tornei ATP e Slam perché sono soggetti anzitutto alla tassazione del Paese in cui vengono corrisposti".

Una persona che si stabilisce a Montecarlo e poi gira il mondo per lavoro, fa qualcosa di sbagliato sul piano tributario?
"No. A patto che in base ai principi della residenza ai fini fiscali sia ben chiaro il centro degli interessi vitali che insiste su aspetti economici e affettivi. Nel caso di Sinner non c'è alcun dubbio in un senso oppure nell'altro: vive e lavora all'estero, anzi è spesso in viaggio per partecipare ai tornei in giro per il mondo, e quando torna a Montecarlo è lì che si allena ed è lì che insiste effettivamente il suo centro d'interessi vitali. Non ha moglie e figli in Italia ma solo i genitori: nel primo caso potrebbe essere attaccabile, nel secondo no perché non è un ragazzino ma un un adulto che, con le giuste proporzioni, è un lavoratore autonomo che risiede stabilmente all'estero".

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È corretto dire che non usufruisce di servizi dello Stato Italiano e non ottiene risorse di alcun tipo che non siano quelle previste per i tornei?
"Non ha cariche o ricopre ruoli pubblici. E, ripeto, il fatto che il suo centro d'interessi sia effettivamente all'estero fa sì che, in termini fiscali, non abbia alcun obbligo di legge che non sia quello del Paese di residenza".

Uno come Sinner in quali casi rischia di incorrere in sanzioni? Come è successo ad altri sportivi in passato, insomma.
"Rischierebbe se lo Stato avesse elementi abbastanza certi per provare che la sua residenza all'estero è solo fittizia mentre in realtà il centro della sua vita sociale, familiare, economica è in Italia. Questo accadde con Valentino Rossi ma la situazione di Sinner è completamente diversa e inattaccabile".

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Come funziona la tassazione dei premi vinti in giro per il mondo? A quali tasse sono soggetti?
"Facciamo un esempio: il montepremi messo in palio e conquistato da Sinner vincendo gli Australian Open 2024 non è andato tutto nelle sue tasche. Una percentuale è stata già detratta in base alla tassazione vigente nel Paese. È certo però che non debba affrontare una doppia tassazione come avverrebbe per tennisti americani oppure francesi. Per i primi, infatti, la differenza è nel fatto che il principio di cittadinanza prevale su quello di residenza e quindi il regime di tassazione resta tale in tutto il mondo. Per i secondi, invece, ci sono accordi internazionali per effetto dei quali sono ancora soggetti all’imposta sul reddito del Paese di origine.

Esiste un concordato tra Italia e Principato e in che termini è possibile lo scambio d'informazioni fiscali?
"Il Principato di Monaco non è più ritenuto un paradiso fiscale dall’OCSE, e non è inserito in una blacklist per l’Italia quanto alla possibilità di scambio d'informazioni in materia fiscale. Un accordo fa sì che venga meno il vincolo di segretezza e concede all’Italia la possibilità di richiedere informazioni per eventuali indagini erariali che riguardano italiani residenti a Montecarlo. Ma non è il caso di Sinner. Che non è fuorilegge, né un evasore".

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