Perché Sinner non gioca la Coppa Davis con l’Italia: la colpa della disfatta non è sua
All'indomani della brutta e pesante sconfitta dell'Italia contro il Canada in Coppa Davis è grande il rimpianto per non aver potuto disporre di Jannik Sinner, numero uno azzurro, oltre che dell'infortunato Matteo Berrettini. La scelta del tennista altoatesino, condivisa con capitan Volandri, oggi fa ancora più discutere. Ma la colpa della disfatta non è certo attribuibile a lui.
"Sfortunatamente non ho avuto abbastanza tempo per recuperare dopo i tornei in America e purtroppo non potrò far parte della squadra a Bologna. E’ sempre un onore giocare per il nostro paese e sono convinto di tornare in nazionale al più presto. Un grosso in bocca al lupo ai ragazzi, ci vediamo". Con queste parole Jannik aveva liquidato la questione forfait in Coppa Davis sui social dopo l'amarezza dell'eliminazione contro Zverev agli US Open.
Come accaduto in passato, e in particolare dopo il forfait alle Olimpiadi, la sua decisione ha diviso l'opinione pubblica. Questo e il caso Fognini hanno di certo rovinato la marcia d'avvicinamento degli azzurri, probabilmente destabilizzando anche il gruppo al netto delle dichiarazioni di circostanza. Basti pensare al commento sulla vicenda di alcune delle grandi glorie del nostro tennis.
Se Pietrangeli ha parlato addirittura di provvedimenti: "Non voglio entrare nel merito della vicenda Sinner, parlo in generale; e dico che rappresentare il proprio Paese è il massimo dell'aspirazione di uno sportivo, è un onore comunque, a prescindere dal risultato. Chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, andrebbe squalificato. Ma se uno rifiuta perché sta male per carità, ma chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, allora la federazione dovrebbe squalificarlo per un anno almeno".
Panatta ha fatto un riferimento alla MotoGp e a Bagnaia che nonostante il tremendo incidente è tornato in sella: "Bagnaia era in moto dopo tre giorni. Alla fine penso che l’Italia vincerà comunque visto che la Davis non la gioca più nessuno. Però non abbiamo un doppio e se dovesse scappare un singolare allora può diventare un problema. È una storia molto antipatica".
Più conciliante Barazzutti ai microfoni di Fanpage: "Se Sinner fosse stato in condizione di giocare, avrebbe giocato la Coppa Davis. Se non gioca, e i motivi possono essere tanti visto che non posso sapere come sta dopo gli US Open, evidentemente è perché non sente le sensazioni giuste per giocare. Volandri è il capitano e sa meglio di tutti com'è la situazione, perché ci ha parlato. Avrà deciso che la scelta di Jannik era da rispettare".
Ovviamente il flop totale contro il Canada ha fatto tornare Sinner sotto i riflettori, riaccendendo la polemica. Il giocatore che si sta comunque allenando a Montecarlo per prepararsi al meglio per il finale di stagione e quello che è stato il principale obiettivo, ovvero le Finals, avrebbe fatto comodo? Senza ombra di dubbio, alla luce del suo valore e di quello degli avversari.
Di certo infatti non si può attribuire a lui la sconfitta nella sfida di Coppa Davis. Sia Sonego che Musetti infatti hanno giocato contro due tennisti assolutamente alla loro portata. Se il piemontese si è arreso al numero 200 del mondo Galarneau, il carrarino ha ceduto il passo al 158 Diallo (comunque in ascesa). Insomma lecito aspettarsi molto di più, al netto delle super prestazioni dei canadesi che hanno rimpiazzato tra l'altro i big Shapovalov e Auger-Aliassime. Una doppia assenza di cui si doveva approfittare.
A prescindere dalle scelte di Sinner e dalle motivazioni delle stesse, non è lui il problema per le sconfitte contro due "carneadi". Musetti a tal proposito ha chiosato in fretta con diplomazia: "Ognuno può pensare quello che vuole ma intanto la squadra è questa. E gli assenti faranno il tifo da lontano. Berrettini era infortunato e dunque la questione non si pone nemmeno. Sinner ha fatto scelte diverse che vanno comunque rispettate”.
Questo non significa che non si possa comunque discutere della decisione del numero uno d'Italia che comunque non è l'unico ad aver rinunciato alla Davis. Anche lo stesso Alcaraz per esempio ha preferito ricaricare le energie nella sua Murcia (finendo nell'occhio del ciclone per aver assistito ad una corrida) piuttosto che giocare con la Spagna così come altri big. Una situazione che conferma forse anche il minore appeal che riscontra la competizione per nazionali soprattutto dopo il cambio di format. Diversamente ha fatto Djokovic che a distanza di pochi giorni dal trionfo agli US Open ha scelto di vestire la maglia ella sua nazionale.