Perché Sinner ha accettato una squalifica di 3 mesi anche se WADA ammette che “non ha imbrogliato”
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/sinner-squalifica-1739614505352-1200x675.jpg)
L'agenzia mondiale antidoping ha raggiunto un accorso con Jannik Sinner per chiudere il caso Clostebol: il tennista italiano è stato sospeso per tre mesi, con la squalifica che è partita ufficialmente lo scorso 9 febbraio e si concluderà il 4 maggio. Salterà quattro Master 1000 e probabilmente si rivedrà in campo per gli Internazionali di Roma che partiranno il 7 maggio. L'altoatesino e il suo entourage hanno deciso di non impugnare la decisione della WADA ma di accettare il periodo di squalifica per chiudere ufficialmente questo capitolo. Il tennista ha commentato la sanzione attraverso un comunicato ufficiale in cui prende atto della sospensione e annuncia l'accordo fatto con l'agenzia mondiale antidoping, spiegando anche il perché del suo gesto.
Sinner accetta l'accordo con WADA per la squalifica di 3 mesi
Non ci sarà nessun processo il prossimo mese di aprile, così come era stato concordato dopo il ricordo. Sinner non potrà giocare per i prossimi tre mesi in seguito all'accordo preso con WADA per chiudere definitivamente il caso Clostebol e ripartire da capo. L'italiano ha deciso di accettare la sanzione senza opporsi, spiegando in un comunicato ufficiale le sue ragioni: "Questa vicenda mi tormentava da quasi un anno e il processo sarebbe potuto durare ancora a lungo, con una decisione forse solo alla fine dell'anno. Ho sempre accettato di essere responsabile del mio team e riconosco che le rigide regole della WADA sono una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base, ho accettato l'offerta della WADA di risolvere il procedimento con una sanzione di tre mesi".
![Immagine](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/comunicato-sinner-squalifica.jpg)
Il tennista finirà la sua squalifica il prossimo 4 maggio, giusto in tempo per partecipare agli Internazionali di Roma. Chiudere questo capitolo doloroso era necessario per ripartire e soprattutto per non andare incontro a sanzioni decisamente più pesanti che avrebbero condizionato tutta la sua carriera. Anche il suo legale Jamie Singer si è accodato a lui, sostenendo però che Sinner è stato punito per errori non suoi: "È chiaro che Jannik non aveva alcuna intenzione, non era a conoscenza della situazione e non ha ottenuto alcun vantaggio competitivo. Purtroppo, gli errori commessi da alcuni membri del suo team hanno portato a questa situazione".
Perché la WADA sostiene che non ha imbrogliato
All'interno del comunicato ufficiale dell'agenzia mondiale antidoping in cui si spiegano i dettagli della squalifica c'è un passaggio in cui si riconosce che Sinner non ha ottenuto benefici dalla sostanza proibita. L'esposizione al clostebol infatti non è volontaria, ma è stata causata da un trattamento svolto senza guanti dal suo fisioterapista che aveva usato la pomata per curarsi un taglio. Questoha influito sulla decisione di assegnargli una squalifica di tre mesi, dato che la WADA riconosce che è stato tutto svolto all'insaputa del tennista che non voleva imbrogliare: "WADA riconosce che il sig. Sinner non aveva intenzione di barare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di prestazioni, avvenendo a sua insaputa a causa della negligenza di alcuni membri del suo entourage. Tuttavia, secondo il Codice e in base ai precedenti del CAS, un'atleta è ritenuto responsabile della negligenza del proprio entourage".