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Perché nel caso di Zanellato squalificato per doping c’è una grande differenza da quello di Sinner

Il tennista brasiliano Zanellato è stato sospeso dopo la positività al boldenone. Nel suo caso al contrario di Sinner, il ricorso sulla sospensione è stato bocciato.
A cura di Marco Beltrami
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Nuovo caso di positività ad una sostanza proibita nel mondo del tennis. Nicolas Zanellato, tennista brasiliano attualmente al numero 656 del ranking ATP, è stato provvisoriamente sospeso dall'ITIA, ovvero l'organizzazione responsabile della salvaguardia dell'integrità del tennis professionistico in tutto il mondo, nell'ambito del Programma antidoping nel tennis.

Perché Zanellato è risultato positivo ai controlli anti-doping, la sostanza in questione

Stando a quanto riportato dall'International Tennis Integrity Agency, Zanellato sarebbe risultato positivo durante un controllo effettuato in occasione del torneo challenger di Ibagué (Colombia) lo scorso 25 giugno. I due test a cui si è sottoposto hanno evidenziato la presenza nel suo corpo del boldenone, che è uno steroide anabolizzante, con proprietà androgene, vietato dal TADP, nella categoria degli agenti anabolizzanti. Il sudamericano che in carriera ha come best ranking il 458° posto, non aveva alcuna esenzione per il suo utilizzo.  Alla luce di quanto accaduto, ecco che l'ITIA ha fatto scattare dal 12 agosto una sospensione provvisoria obbligatoria per Zanellato per ritrovamento di sostanze non specificate.

Cosa c'è di diverso tra il caso Zanellato e quello Sinner

Fin qui al netto della differenze dei casi e soprattutto delle sostanze in questione, lo sviluppo della procedura è stato simile a quella di Sinner. Poi però ecco l'esito diverso: al contrario di quanto accaduto a Jannik, Zanellato non è stato riabilitato e risulta dunque ancora sospeso.

Il ricorso di Zanellato bocciato, il comunicato dell'ITIA

Nessuna divergenza di trattamento ma solo un giudizio diverso sulla base della valutazione delle difese. Il 20 agosto infatti, Zanellato ha esercitato il diritto di ricorrere in appello contro la sospensione provvisoria davanti al presidente di un tribunale indipendente. Il presidente, come si legge nella nota ufficiale, ha ascoltato le difese orali del giocatore e dell'ITIA prima di "respingere il ricorso sulla base del fatto che le prove fornite erano "molto al di sotto" della soglia richiesta. Mentre è provvisoriamente sospeso, a Zanellato è vietato giocare, allenarsi o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato o sanzionato.

Al contrario invece il tribunale indipendente nel caso di Sinner, che ora aspetta l'eventuale ricorso di WADA al TAS,  accolse la sua difesa. Nella nota apposita si può leggere: "L'ITIA ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del clostebol trovato nel suo campione e che la violazione non era intenzionale. L'ITIA ha deferito il caso a un tribunale indipendente affinché prendesse in esame i fatti specifici, esaminasse eventuali decisioni antidoping comparabili e stabilisse quale, se presente, colpa fosse imputabile al giocatore e, di conseguenza, quale sarebbe stato l'esito appropriato. Il 15 agosto 2024 si è tenuta un'udienza presso Sport Resolutions, in seguito alla quale il tribunale indipendente ha stabilito che nel caso non è stata applicata alcuna colpa o negligenza, il che non ha comportato alcun periodo di ineleggibilità".

La rabbia di Zanellato sui social

Zanellato si è scagliato contro questa decisione sui social, spiegando il modo per cui a suo dire è entrato a contatto con questa sostanza, ritenendo il tutto molto ingiusto: "Oggi è un giorno molto difficile per me. Ho ricevuto una punizione che considero ingiusta e motivata da ragioni che sfuggono al mio controllo. Il 12 agosto 2024, l'ITIA mi ha comunicato di essere risultato positivo al boldenone, uno steroide veterinario. Questo steroide è ampiamente utilizzato e legalmente negli allevamenti di bestiame in Colombia, il paese in cui stavo gareggiando quando il mio campione è stato prelevato nel giugno di quest'anno.

Con grande sorpresa e indignazione, da allora mi sono difeso e ho dimostrato all'ITIA tutte le prove che possiedo e che sono riuscito a ottenere per dimostrare che il mio test positivo è dovuto al consumo nei miei pasti di carne bovina contaminata da boldenone durante la settimana in cui ho gareggiato in Colombia.

È importante sottolineare che ci sono anche casi simili al mio e recenti in Colombia che coinvolgono carne contaminata da boldenone, come quelli dei tennisti Robert Farah, Tara Moore e Barbara Gática, oltre a molti altri casi nei paesi dell'America Latina. Quindi, sono ancora fiducioso che sarà una questione di tempo che la giustizia prevalga nel mio caso.

Proprio oggi il mio team legale, guidato dall'avvocato Pedro Fida, ha presentato al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS-CAS) un ricorso per annullare la mia sospensione provvisoria. Sono un tennista professionista, prendo sul serio tutti i miei obblighi, soprattutto quelli disciplinari, rispettando alla lettera le regole del gioco.

Sostengo il fair play, non uso e non userò mai sostanze proibite che potrebbero offrirmi benefici sportivi indebiti, perché non metterei a rischio la mia reputazione e la mia storia nello sport che amo. Tutto ciò che ho ottenuto finora lo devo al tennis e alla mia famiglia, che mi sostiene incondizionatamente per continuare a perseguire i miei obiettivi e sogni professionali. Non è mai stato facile, ma continuerò a lottare per dimostrare la mia innocenza e dimostrare che non ho usato intenzionalmente alcuna sostanza proibita".

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