Perché Berrettini non può sostituire Sinner alle Olimpiadi di Parigi: il regolamento è crudele
Matteo Berrettini non può prendere il posto di Jannik Sinner che ha rinunciato alle Olimpiadi di Parigi. Da regolamento, nonostante sia uno dei tennisti italiani più in forma del momento, è impossibile. Perché? Un giocatore infortunato o costretto a dare forfait può essere avvicendato solo con un connazionale che è già presente ai Giochi nel tabellone del doppio: il sostituto dell'alto-atesino sarà Andrea Vavassori, che si aggiungerà a Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Luciano Darderi. Lo stesso Vavassori sarà poi protagonista nel doppio maschile con Simone Bolelli e in quello misto con Sara Errani.
Una norma crudele impedisce a The Hammer di prendersi quel palcoscenico e quella vetrina che meriterebbe alla luce delle ultime prestazioni e, più ancora, per tutto quanto subito nei momenti più bui della carriera a causa degli infortuni. La vittoria sulla terra rossa di Gstaad, la prestazione maiuscola contro Tsitsipas e un'altra altrettanto da incorniciare proprio contro il numero uno al mondo a Wimbledon sembravano hanno confermato che il tennista romano è (finalmente) tornato ma la valigia per andare in Francia resterà sul letto. Non ci sono margini per riempirla in fretta ed essere in Francia in tempo utile per il sorteggio (giovedì 25 luglio). Potrà solo assistere da casa ai match e fare il tifo per l'Italia.
Perché Berrettini non può partecipare alle Olimpiadi al posto di Sinner
Perché? La situazione nel Ranking Atp al 10 giugno (dopo il Roland Garros) ha di fatto sbarrato il passo a Berrettini che in Francia non era presente in tabellone. "Non sono pronto, torno sull'erba", disse allora consapevole che quella decisione avrebbe inficiato anche l'opportunità di figurare nella spedizione olimpica. È stato allora che sono stati assegnati all'Italia i quattro posti in singolare, con l'esito del torneo transalpino che ha definito ulteriormente i punteggi nella classifica iridata.
Punteggio che, almeno per quanto riguarda il tennista romano, ha risentito inevitabilmente del lungo periodo di stop e di match non disputati che hanno sottratto opportunità importanti per scalare la graduatoria (come gli Internazionali d'Italia, ai quali non prese parte nemmeno Sinner, oppure l'appuntamento in calendario di Madrid). Niente da fare, dunque, per The Hammer che non ha potuto beneficiare nemmeno del cosiddetto ranking protetto che è stato il salvagente a cui s'è aggrappato Rafa Nadal: sia lui sia Carreno Busta, infatti, sono riusciti a entrare per il rotto della cuffia grazie alla norma che consente a tennisti reduci da infortuni che hanno comportato almeno 6 mesi di inattività di usufruire della classifica vantata al momento dell'ultimo torneo disputato.