Paolini tormentata da un ricordo dopo la finale di Wimbledon: tornasse indietro non lo rifarebbe
Jasmine Paolini ha perso la finale di Wimbledon a testa alta. È uscita dal campo accompagnata dall'ovazione del pubblico ma ha pur sempre perso. E questa volta fa più male rispetto al Roland Garros. Questa volta aveva davvero accarezzato il sogno di poter vincere un trofeo importante. Questa volta c'era andata vicino quel tanto così che bastava tendere la mano e per prendersi tutto, la gloria e il cuore oltre ogni ostacolo. Invece no, quel che è successo nel terzo set, quella che cosa che forse era meglio non fare adesso un po' la tormenta. È il challenge prima del doppio fallo, la classica vocina che le ronza in testa.
Fa parte del corredo accessorio di tutto quanto non ha funzionato a dovere per indirizzare terzo set e successo dalla sua parte. Se l'è viste sfuggire di mano, lo ha capito in un momento preciso dell'incontro. E, a ripensarci, potesse tornare indietro non lo rifarebbe. Lo ha ammesso anche in conferenza stampa quando s'è vista passare davanti agli occhi il frame di quel momento e ha provato a scacciare via i cattivi pensieri facendo una battuta
"Se c'è una cosa di cui mi pento è aver sbagliato la seconda… – ammette Paolini col sorriso amaro sulle labbra -. Il challenge ci poteva stare, sinceramente la palla era fuori di poco, tornassi indietro però mi prenderei un pochino più tempo". È un nervo scoperto, ancora si chiede se non sarebbe stato meglio pensare solo a battere di nuovo, a concentrarsi sul prossimo scambio, a non perdere tempo, equilibrio e ritmi preziosi.
Ma in quel momento ha ritenuto fosse la cosa migliore per sé. "Se non avessi chiesto il challenge magari perdevo lo stesso e sarei rimasta con il dubbio che magari era buona. Era la cosa giusta da fare, anche perché non era uscita di tanto".
Il challenge nell'ultimo set non è l'unico rammarico che Paolini ha. C'è un punto in particolare di quelli dell'ultimo game che è una specie di nuvola sulla coscienza. "Sulla sua seconda, quando ho provato il rovescio a rete. Mi è rimasta un po' lì mentre provavo a spingere. Forse avrei potuto fare di meglio. Ma questo è il tennis: l'altro giorno mi è andata bene, in finale è andata bene a Krejčíková".
Cosa le ha lasciato Wimbledon? Emozioni forti, sia dal punto di vista sportivo sia umano. La prima cosa che torna in mente a Paolini sono le sensazioni che le ha trasmesso la sfida in semifinale. "La partita contro Donna Vekic è stato un momento molto positivo. Quando ho vinto mi sono girata e c’era la mia famiglia, è stato molto importante. E anche il calore che ho sentito sul Centrale mi ha fatto molto piacere".
Qualche giorno di riposo per lasciar scorrere le tossine assieme alla delusione poi Paolini farà di nuovo i bagagli con direzione Parigi per le Olimpiadi 2024. Magari le va bene e il tabellone transalpino dei Giochi le sorride. Qual è l'approccio della tennista italiana? "Staccherò per qualche giorno riprender ad allenarmi sulla terra così da essere pronta. Vediamo cosa viene… è certo che cercherò di dare il massimo perché è un obiettivo importante".