Panichi svela l’ossessione di Djokovic: “Mi mandava messaggi nella notte: Marco, guarda questa cosa”

Prima Djokovic, poi Sinner. Marco Panichi tra le tante esperienze professionali all'attivo può vantare anche quella con due numeri uno del tennis mondiale. Il preparatore atletico, tra i più esperti e stimati in circolazione, ha raccontato alcuni dettagli della sua fortunata e longeva collaborazione con Novak soffermandosi sulla sua attenzione ai dettagli che gli ha permesso di diventare quello che è, lasciando un segno indelebile nel mondo del tennis. Aspetti che insomma hanno fatto la differenza.
Marco Panichi racconta l'ossessione di Djokovic fuori dal campo
Intervenuto ai microfoni di Virginia Gambardella in un podcast su Youtube, Panichi ha parlato così di quel Nole che conosce si da quando era praticamente un ragazzino: "Quando io ho visto Novak, da ragazzino a 13 anni, giocava bene a tennis per carità ma non era così impressionante come altri ragazzi che ho visto. Penso a Gasquet e ad altri giocatori che da giovani che giocavano veramente molto bene. Il talento di Djokovic però era anche quello di avere una sana ossessività nel volersi migliorare".
Panichi e i messaggi notturni di Novak Djokovic
Insomma Djokovic negli anni è cresciuto sempre, non solo in campo ma anche fuori. Una maniacalità sportiva che lo ha portato alla costante ricerca del miglioramento: "Era uno che viveva 24 ore il tennis, cioè non solo quando stava lì in campo ma anche nell'allenamento invisibile di cui si parla ora. Nel senso che quando stava a casa, se leggeva qualcosa che nella sua mente poteva essere propedeutica per il suo tennis la prima cosa che faceva era indagare".
Djokovic e il paragone con Sinner
E questo si rifletteva anche sul suo team, con Panichi che ne sa qualcosa. Spesso e volentieri infatti il fisioterapista è stato contattato anche in orari insoliti dal giocatore: "Mi chiamava, sai quante volte mi mandava messaggi di notte perché aveva visto una cosa? Mi diceva ‘Guarda marco, controlla questa cosa qui perché penso che possa esserci utile. Qualsiasi cosa, dall'alimentazione al modo di riposare e al recupero". Un aspetto questo in cui Sinner è molto simile a detta del professionista: "Jannik, la stessa cosa. In maniera differente, ma è uno che vive per questa cosa qui. Il talento è quest’insieme di cose".