Panatta senza peli sulla lingua: “Russi fuori da Wimbledon, ipocrisia assoluta. È una stro****a”
L'Inghilterra lo aveva prefigurato e lo ha messo in atto. La comunicazione ufficiale che i tennisti russi e bielorussi sono esclusi da Wimbledon ha fatto molto rumore ma era nell'aria. In linea con quanto è accaduto nel Regno Unito da quando, il 24 febbraio scorso, è scoppiato il conflitto in Ucraina per l'operazione militare lanciata dal Cremlino. Sanzioni finanziarie, ingressi nel Paese negati e una blacklist di personaggi non graditi (tra cui l'ex presidente del Chelsea, Roman Abramovich molto vicino a Putin) hanno alimentato il clima da guerra fredda.
Il tradizionale torneo di tennis sul prato si disputerà dal 27 giugno al 10 luglio ma nel tabellone mancheranno i più forti protagonisti, sia in campo maschile sia femminile, dell'Est. L'esempio principe è Daniil Medvedev (al quale era stato anche chiesto di dissociarsi pubblicamente e in maniera chiara dall'operato del suo Paese) che contende a Novak Djokovic la vetta della speciale classifica nel Ranking Atp: non potrà essere in gara da "privato cittadino", nemmeno senza bandiera o inno nazionale. "Non è giusto – sono state le parole del campione serbo -. Io sono figlio della guerra e so cosa significa. Ma la politica deve restare fuori dallo sport. Che colpa hanno gli atleti di quello che sta succedendo? Per me questa decisione è folle".
L'embargo nei confronti degli sportivi del suo Paese è totale. Il motivo è duplice: il governo inglese non vuole che l'immagine di un atleta "scomunicato" possa essere usata dalle Istituzioni del suo Stato per fini propagandistici sfruttandone le vittorie; impossibile che sul rettangolo verde dello storico Trofeo un membro della Famiglia Reale britannica possa premiare un russo o un bielorusso, l'imbarazzo sarebbe ingestibile e la situazione incresciosa.
La comunità sportiva del tennis è spaccata, tra le voci che ritengono sbagliato il provvedimento di estromissione c'è anche l'ex giocatore italiano, Adriano Panatta. Diretto, schietto, senza peli sulla lingua: ha usato accenti molto forti per contestare la messa al bando. "La trovo una stupidaggine, un'ipocrisia assoluta… una stronzata, se posso utilizzare questo termine – ha ammesso in un’intervista alla trasmissione “Un giorno da Pecora” su Rai Radio1 con Giorgio Lauro e Francesca Fagnani -. Medvedev e Rublev sono due persone che fanno i tennisti di lavoro. Se così stanno le cose allora un ingegnere russo che vive a Londra non dovrebbe più lavorare?".
Domanda dalle cento pistole: andrebbe in Russia a giocare la finale di Coppa Davis? Panatta sfodera il colpo migliore e taglia corto anche in questo caso: "No, non ci andrei. È una nazione in guerra". Ultima volée riservata a Djokovic, quando gli chiedono cosa pensa del campione, che negli ultimi tempi ha fatto più parlare di sé fuori dal campo, la riposta è secca: "Niente di personale ma mi sta un po’ antipatico… negli ultimi due anni non ne ha azzeccata una".