Ora Djokovic vuole fare causa all’Australia: risarcimento milionario per “maltrattamenti”
Novak Djokovic dopo essere stato espulso dall'Australia ha dovuto rinunciare a difendere il titolo degli Australian Open, ora è tornato a casa, da dove sta studiando il da farsi per le prossime settimane e sta cercando di capire dove potrà giocare i tornei del circuito in questo 2022. Ma intanto Djokovic starebbe pensando di citare in giudizio il governo australiano e pretenderebbe un risarcimento milionario.
Djokovic in Australia ci era volato a inizio gennaio per giocare il primo torneo Slam del 2022, ma alla fine è stato espulso dal paese, dopo aver perso il secondo ricorso. Al nove volte vincitore degli Australian Open è stato annullato il visto perché non vaccinato, anche se ‘The Age' scrive che il tennista è stato espulso perché: ‘il suo scetticismo sui vaccini rappresentava un rischio per la salute pubblica e per la tranquillità della società australiana'. Il numero 1 ATP sarebbe ancora furioso anche per il trattamento ricevuto. I suoi genitori spesso hanno detto, sia nelle interviste che nell'ormai nota conferenze stampa, che il figlio è stato torturato, e per questo Novak sembra voler fare causa all'Australia per maltrattamenti e potrebbe citare in giudizio il governo australiano per 3,85 milioni di euro, cifra che comprende anche la somma dell'eventuale mancata vincita del torneo (chi conquista il titolo a Melbourne ottiene oltre 2 milioni).
Il 34enne tennista serbo in Australia era arrivato con un'esenzione medica, ma quando è sbarcato è stato stoppato dai funzionari della dogan e per quasi una settimana è stato all'Hotel Park, insieme a migranti e richiedenti asilo. E questo è il punto dolente ulteriore per Djokovic, che ritiene di essere stato trattato male. Dopo aver vinto il primo ricorso il giocatore è tornato in libertà e si è allenato sul centrale degli Australian Open, ma pochi giorni dopo è stato fermato nuovamente e dopo aver perso il ricorso bis è stato costretto a tornare a casa, le motivazioni che hanno portato all'esclusione non sono state rese note, ma pare che sia stata determinante anche la ‘confessione' social. Perché Djokovic aveva dichiarato di aver rilasciato un'intervista a l'Equipe mentre era positivo, e di fatto ha ammesso di non essere stato in quarantena quando aveva il Covid.
Ora è tutto alle spalle, il torneo è cominciato e Djokovic non può far altro che guardare, a distanza di migliaia di chilometri, e ora studia le prossime mosse e prova a capire quale sarà il suo futuro. Il Roland Garros potrebbe non giocarlo perché anche in Francia gli atleti non vaccinati non possono entrare. Ma intanto il venti volte vincitore di prove Slam affila le armi e pensa alla causa milionaria contro il governo australiano.