video suggerito
video suggerito

Omar Camporese: “Alcaraz ha una dote che a Sinner manca, ho visto Jannik silenzioso e bianco in volto”

Omar Camporese ai microfoni di Fanpage, ha fatto il punto su Wimbledon: dal momento di Sinner a quello di Musetti, soffermandosi anche sull’exploit di Paolini e sul dominio di Alcaraz su Djokovic.
A cura di Marco Beltrami
83 CONDIVISIONI
Immagine

Tanti i temi trattati con Omar Camporese, nell'ultima intervista ai microfoni di Fanpage. L'ex numero uno del tennis italiano, oggi tecnico e commentatore Rai si è soffermato sul rendimento degli azzurri  a Wimbledon. Dall'uscita di scena ai quarti di Sinner, fino agli exploit di Musetti e Paolini. Impossibile anche non parlare di Carlos Alcaraz, del suo confronto a distanza con Jannik, e del dominio in finale contro Djokovic.

In particolare Camporese ha evidenziato una dote di Alcaraz che a suo dire manca a Sinner: "Quando vedo giocare Alcaraz, nei momenti difficili fa qualcosa di diverso, un aspetto che manca a Jannik. Quindi maggiore varietà". Un po' di preoccupazione anche per il malore di Sinner nel match contro Medvedev: "L'ho visto bianco in volto sia con Berrettini che nella partita con Medvedev e mi sono chiesto cosa fosse successo. Non era il solito Jannik".

Omar, partiamo da Sinner e dal suo Wimbledon. Come l'hai visto?
"Jannik ha avuto anche un tabellone non agevole perché ha affrontato dei buoni giocatori. Ho visto la partita con Berrettini e l'ho trovato un pochettino diverso, quasi impaurito per la prima volta. Questo perché probabilmente adesso deve affrontare il fatto di essere il numero uno al mondo. Uno stress notevole, anche perché poi doveva vincere per far capire chi era il più forte giocatore italiano".

Quella partita in particolare non ti ha entusiasmato, al netto della bravura di Sinner nel portarla a casa.
"Non è stata una bella partita, Sinner ha fatto molti errori, però alla fine si capisce che quando vuole fare il punto lo fa. E infatti alla fine quelli importanti li vinceva sempre lui, e questo dimostra quanto sia migliorato, quanto adesso la sua mentalità sia veramente da vincente".

Immagine

Veniamo alla sconfitta contro Medvedev. Solo colpa dei problemi fisici secondo te?
"Medvedev ha giocato in una maniera incredibile. Il russo ha cambiato tipo di gioco, mettendosi mezzo metro dietro la riga, quando di solito lui sta 3-4 metri più lontano. Ha meritato la vittoria anche se l'infortunio, o meglio il non stare bene, di Sinner l'ha aiutato. Poi ci può anche stare che Jannik perda un match, ne ha vinti talmente tanti… È raro ma succede che anche quelli forti vengano sconfitti, anche se lui è abituato troppo bene".

Secondo te questa sconfitta ridimensiona Sinner?
"Da Wimbledon non esce ridimensionato perché ha fatto un ottimo torneo. Ha perso una partita che si poteva anche perdere, anche se le ultime cinque volte aveva sempre vinto con Medvedev. L'erba però comporta un tennis completamente diverso e lui deve uscire ancora più consapevole di quello che è, perché capirà su cosa deve migliorarsi ancora".

Si è parlato spesso della tenuta mentale e fisica di Sinner sui 5 set, che non si è mostrata sempre eccezionale. Questo aspetto ti preoccupa?
"Direi di no, l'unica speranza è che stia bene perché ha avuto questo problema. Credo che abbia avuto un calo di pressione, anche se adesso non si riesce a capire. Ora deve rimettersi in maniera tale da recuperare per le Olimpiadi. Poi ci stiamo avvicinando alla parte della stagione che gli piace di più, ovvero il cemento americano, e poi quello al coperto, quindi sarà tutto buono per lui".

Immagine

Possiamo dire che i mesi primaverili hanno dato indicazioni incoraggianti rispetto alla deludente stagione scorsa?
"Tra Monte Carlo e tornei sulla terra direi che ha dimostrato di essere migliorato in maniera notevole. Per me ha bruciato anche le tappe, perché avevo detto che quest'anno sarebbe diventato numero uno, ma non così presto. Certo, ci sono stati gli altri che non hanno giocato e che si sono infortunati, però lui è cresciuto tanto. Sulla terra è ancora un pochettino lontano dal vincere, però è nettamente cresciuto".

Il dualismo con Alcaraz come lo vedi?
"Io vedo ancora Carlitos un pochettino più su. A livello tecnico e fisico lo spagnolo è avanti, ma Jannik è più forte a livello mentale".

Forse lo spagnolo ha dimostrato di avere una varietà di colpi nel bagaglio tecnico superiore a quella di Jannik.
"Io non so fino a quanto sia stato decisivo il problema di Jannik contro Medvedev, però se io sono in una situazione in cui non riesco più a fare le cose di prima, devo trovare un piano B. Accorciando gli scambi e giocando con i piedi dentro al campo per cercare la soluzione più semplice, facendo così meno fatica. L'ho visto bianco in volto sia con Berrettini che nella partita con Medvedev e mi sono chiesto cosa fosse successo. Era silenzioso, non il solito Sinner che guarda il suo angolo, fa il pugno, eccetera. Quando vedo giocare Alcaraz, nei momenti difficili fa qualcosa di diverso, un aspetto che manca a Sinner. Quindi maggiore varietà".

E su Berrettini, non credi che con un tabellone diverso avremmo potuto vederlo in fondo a Wimbledon?
"Non si può mai sapere, bisogna essere onesti. Se questa partita si fosse giocata da un'altra parte non so se ci sarebbe stata lotta: diciamo che l'erba ha aiutato di più Matteo. È stata una partita emozionante perché abbiamo visto due giocatori italiani che stanno giocando un tennis straordinario, però dal punto di vista tecnico io ho visto un match anche con tanti errori, dove il servizio non conta più come una volta. Nel secondo set, Matteo conduceva con un break e lì doveva stringere. Invece ci siamo trovati sul quattro pari: non è più quel Matteo che conoscevamo prima, secondo me sarà difficile poterlo rivedere a certi livelli. Comunque è un piacere averlo visto giocare abbastanza bene e lottare: abbiamo bisogno di lui".

Immagine

Da un italiano ad un altro: abbiamo finalmente ritrovato un Lorenzo Musetti completo?
"Musetti mi piace più di tutti, ho sempre detto che è quello che tecnicamente che gioca meglio. Abbiamo visto che ha tanti tipi di rotazione che può dare alla palla, un gioco completamente diverso da quello di Sinner che è tutto tutto forza e velocità. Invece Lorenzo è uno che comunque ti gioca un back, ti fa la palla corta, viene avanti. A me piace, ma perché? Perché io faccio parte di un'epoca dove il tennis era molto più tecnico, quindi mi rivedo in Musetti e mi piace. Mettici anche il rovescio una mano poi…".

Il suo alla fine era solo un problema di natura mentale?
"Lui sa giocare bene a tennis, poi che debba migliorare dal punto di vista mentale questo lo sappiamo tutti. A Wimbledon è stato bravissimo: si è allenato bene, si è rimboccato le maniche, poi gli è nato anche il figlio. I problemi credo siano finiti e ha iniziato a giocare. Già la finale al Queen's gli ha dato una spinta a livello mentale e psicologico, così come la vittoria nel derby con Darderi dove aveva tutto da perdere. Ha fatto vedere che è il giocatore più forte. Poi ha avuto un buon tabellone, ma è stato bravo perché ha lottato e sofferto. Questo aiuta: quando vinci lottando capisci quanto sei realmente forte".

Anche contro Djokovic grande match, però Nole ha sfoderato la migliore prestazione stagionale.
"La partita tra Musetti e Djokovic è stata bellissima, perché Lorenzo gioca un tennis straordinario. Meraviglioso, forse il più bello. È stata combattuta anche se Djokovic l’ha sempre tenuta in controllo durante i tre set combattutissimi. Lorenzo straordinario nelle variazioni dei colpi, l’unica cosa è che alla fine i conti tornano perché sbagli due palline con Djokovic e perdi il set. Se in futuro riuscisse a migliorare la percentuale del servizio e la velocità, penso che possa giocare benissimo a questi livelli".

Immagine

Passiamo a Jasmine Paolini, immagino la tua gioia per l'amico Renzo Furlan suo coach.
"Sono stra-contento per Renzo Furlan, con il quale ho passato la mia gioventù tennistica. Ci siamo allenati insieme e siamo cresciuti vicini, avendo anche lo stesso allenatore e vivendo nella stessa casa. Non avevo mai visto Paolini giocare prima di Parigi. Anche a Wimbledon ha dimostrato di essere veramente tanto forte. Ha un'esplosività pazzesca e gioca benissimo da tutte le parti del campo. Credo che questo sia merito di Renzo e che tra di loro ci sia un matrimonio perfetto, che ora sta raccogliendo i risultati. Una finale a Parigi, una finale a Wimbledon… se lo meritano: lei è l'artefice principale, ma ci deve essere un regista che dirige molto bene dal di fuori e lui lo sta facendo".

Peccato per la finale: si poteva forse fare qualcosa in più contro Krejcikova?
"Jasmine è straordinaria, di un simpatico allucinante. Ha un viso talmente genuino e bello che come si fa a non tifare per lei? Una cosa mi chiedo: ho visto due partite di Paolini, solo quelle di Londra. Non riesco a capire come mai lei entra in campo ed è come se il primo set non lo giocasse. Comincia a giocare concedendo un set alle avversarie. Una volta ti può andare anche bene, ma poi dopo diventa difficile. Devi sempre rincorrere, con spreco di energie mentali. È una cosa di cui devono parlare e mettere a posto per l’immediato. Anche lei gioca un tennis spettacolare, è fantastica".

Immagine

La finale maschile di Wimbledon è stata invece un assolo: dove iniziano i meriti di Alcaraz e dove i demeriti di Djokovic?
"Alcaraz ha giocato un tennis straordinario e Djokovic una bruttissima partita. Quasi remissivo Nole, inconsueto vederlo così. Non ha avuto esternazioni, è rimasto zitto come se sapesse che non c’era nulla da fare. Mai visto così. Lui ha fatto un’operazione un mese fa e già vederlo in campo è stato qualcosa di incredibile. Nella sua testa forse c’era la voglia di dire ‘per me è già tanto così e più di così non posso fare'. Anche questo mi fa pensare, Djokovic rientra da un mese e arriva in finale: fa capire che se lui arriva in finale a Wimbledon in queste condizioni significa che davanti ha solo due persone, Alcaraz e Sinner. Può essere anche un male per il tennis perché vuol dire che dietro c’è poca roba. Questo non è di buon auspicio per questo sport".

Sei rimasto impressionato da Alcaraz?
"Abbiamo visto come Alcaraz giochi un tennis meraviglioso, ha avuto un passaggio a vuoto sui tre match point, ma dopo è stato bravo a reagire subito vincendo. Si era già messa benissimo per lui. Da tanto non vedevo giocare un tennis così, forse da Federer. Dico che se gioca sempre così, in queste condizioni, è il giocatore più forte al mondo, anche se i numeri non sono quelli… Ha vinto il giocatore che gioca meglio in assoluto".

83 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views