Naomi Osaka a sorpresa: “Basta conferenze stampa, tuteliamo la nostra salute mentale”
Uno sfogo a sorpresa che rischia di scatenare una reazione a catena. Naomi Osaka, attuale numero due della classifica Wta, ha dichiarato che in occasione dell'attesissimo Roland Garros, imminente Slam in programma sulla terra rossa parigina, non interverrà in conferenza stampa. Una scelta legata alla necessità di tutelare la propria salute mentale, ed evitare dunque contraccolpi psicologi ulteriori soprattutto dopo i match.
Naomi Osaka, ex numero uno al mondo e vincitrice in carriera di 7 tornei tra cui anche gli US Open e gli Australian Open è molto seguita sui social. La classe 1997 giapponese ha fatto molto rumore, con un post assolutamente sorprendente pubblicato sui propri profili. La giocatrice infatti ha annunciato la volontà di non intervenire davanti ai microfoni della stampa in occasione del Roland Garros. Una scelta destinata a far discutere, in quanto ogni atleta è obbligato a conferenze stampa e dichiarazioni, sia a ridosso che dopo il match, quando sono chiamati in causa.
Il motivo di questa scelta? La Osaka ha evidenziato la necessità di non aggiungere ulteriore stress a quello delle partite rispondendo alle domande dei cronisti. Questa la spiegazione di Naomi: "Non farò nessuna intervista conferenza stampa durante il Roland Garros. Ho spesso sentito dire che le persone non hanno alcun riguardo per la salute mentale degli atleti e questo mi risulta vero ogni volta che vedo una conferenza stampa o ne partecipo. Spesso noi giocatori ci sediamo e ci sottoponiamo a domande, che spesso ci vengono fatte più volte, che portano dubbi nella nostra mente e io non ho intenzione di sottopormi all'attenzione di persone che dubitano di me. Ho visto molte clip di atleti che andavano in crisi dopo una sconfitta, in sala stampa e penso che sia capitato anche a voi".
Per questo la Osaka vuole tutelare la sua stabilità mentale, anche a costo di incappare in una multa: "È come prendere a calci una persona che è già a terra, e non capisco il ragionamento. La mia decisione non nasconde niente di personale contro il torneo, ho un rapporto amichevole con la maggior parte dei giornalisti e alcuni mi intervistano sin da cui erano piccoli. Se gli organizzatori pensano di potermi dire "fai la stampa o sarai multato", continuando a ignorare la salute mentale degli atleti, fulcro della loro collaborazione, questo mi fa ridere. Spero che l'importo delle multe sia considerevole, perché sarà destinato ad un ente di beneficenza per la salute mentale".