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Nadal trova rimedio alla sua malattia incurabile: “Non posso continuare col piede addormentato”

Rafa Nadal dopo la vittoria del Roland Garros è arrivato al bivio. Il problema al piede cronico, lo spinge a prendere provvedimenti: può intraprendere una doppia strada. In ballo anche la sua carriera.
A cura di Marco Beltrami
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Il trionfo al Roland Garros, già in condizioni normali, sarebbe stato un'impresa eccezionale e storica per Rafa Nadal. La sua cavalcata trionfale però è diventata addirittura epica, se consideriamo il famigerato infortunio al piede che lo ha accompagnato ancora una volta in campo, diventando un ulteriore avversario da battere oltre ai giocatori che ha dovuto fronteggiare dall'altra parte della rete. Paradossale come nella stagione più complicata di sempre dal punto di vista fisico, Rafa stia raccogliendo dei risultati meravigliosi. Prima la rottura di una costola per lo stress dopo un lungo periodo di stop, e poi il solito maledetto problema al piede: niente ha fermato il mancino di Manacor che dopo gli Australian Open ha concesso il bis in Francia. Come è stato possibile tutto questo e soprattutto cosa succederà ora? È arrivato il momento di un bivio decisivo per il futuro.

Come ha fatto Nadal a vincere il Roland Garros e soprattutto a giocare e lottare nonostante il suo problema cronico al piede? I medici sono stati costretti praticamente ad "addormentargli" l'arto per impedirgli dunque  di sentire dolore. In sintesi dunque il tennista 36enne è sceso in campo nella finale vinta contro Ruud con il piede sinistro desensibilizzato. Questo l'unico modo per cercare di contrastare gli effetti provocati dalla sindrome di Müller-Weiss che lo tormenta da tempo. Di cosa si tratta? È una malattia rara che colpisce un osso del piede e nel suo caso, lo affligge dall'età di 18 anni.

È un'osteonecrosi (ovvero la morte di un segmento osseo causata da una compromissione dell'apporto di sangue) dell'osso navicolare o scafoide tarsale, che lo stesso giocatore ha definito "cronica e incurabile". Questa sindrome degenerativa colpisce l'osso navicolare situato nella parte posteriore del piede, tra l'astragalo e le ossa cuneiformi. Il presidente dell'Associazione francese di chirurgia del piede e responsabile del servizio di chirurgia ortopedica dell'ospedale di Nancy Denis Mainard ha spiegato all'AFP: "Questo osso è soggetto a notevoli sollecitazioni e, per ragioni che non conosciamo, perde vascolarizzazione e va in necrosi".

Nadal dolorante al piede nella sfida contro Shapovalov a Roma
Nadal dolorante al piede nella sfida contro Shapovalov a Roma

Nei casi più gravi, con i piedi sottoposti a grandi sforzi l'osso può arrivare a disintegrarsi, ad appiattarsi e anche a sbriciolarsi. Tra le conseguenze c'è anche l'artrosi con on un accorciamento dell'arco plantare. Ci sono cinque stadi per la sindrome di Müller-Weiss, la prima è senza sintomi mentre l'ultima è appunto l'artrosi. Ad oggi la causa di questa malattia è sconosciuta. Difficile dunque stabilire come si sia potuta manifestare in Nadal. Il professor Mainard ha ipotizzato che il tennista potrebbe essere stato colpito da bambino al morbo di Köhler-Mouchet, una rara patologia della crescita dell'osso navicolare che colpisce i bambini sotto i 10 anni, soprattutto i ragazzi atletici, e che può lasciare cicatrici.

Insomma un calvario vero e proprio per Nadal, già in allenamento, figuriamoci poi durante i match. A poco servono solette ortopediche, antidolorifici, e anche infiltrazioni alla lunga con la necessità, con il passare del tempo, di ricorrere anche agli estremi rimedi. E infatti subito dopo aver vinto contro Ruud il giocatore ha spiegato: "L'unica opzione per permettermi di competere era addormentarmi il piede. Questo è stato fatto, un blocco remoto con iniezioni di anestesia nel piede che colpiscono i nervi sensibili del piede. Per cui ho giocato senza dolore, ma anche senza sentire, come quando ti fanno dormire un po' quando ti fai un intervento chirurgico. Il problema è accettare mentalmente tutto ciò che devi fare per giocare a tennis e isolarti da tutti quei problemi. L'ho fatto e non posso che ritenermi soddisfatto".

La situazione è diventata molto complicata e basti pensare che già dopo il match del secondo turno contro Moutet, Rafa non riusciva nemmeno a camminare. Anche per questo, la sensazione è che così non si possa andare avanti, anche perché Nadal non ha nessuna intenzione di ritirarsi e vuole continuare a lottare fino a quando il fisico reggerà. Alle porte c'è un consulto medico decisivo, con varie opzioni sul tavolo: "Non posso continuare a gareggiare con il piede addormentato, una soluzione deve essere trovata. Mi piacerebbe continuare a giocare, quindi la prossima settimana parlerò con diversi medici e valuterò varie opzioni. Riceverò un trattamento e spero che mi aiuti". 

Di cosa si tratterà? È stato lo stesso campione a spiegarlo: "Le iniezioni nervose mi sono andate bene, orane faremo uno che consiste in un intervento sui due nervi – ha spiegato a France 2′  – Questo è qualcosa che ha funzionato bene per me e che mi ha tolto il dolore in passato. Si tratta di iniezioni con radiofrequenza pulsata che potrebbero aiutarmi a ridurre la sensazione che ho al piede. Ora il mio piede è totalmente insensibile, così è esagerato.Vediamo se con questo trattamento riusciamo a lasciare il nervo semiaddormentato e ad avere quella sensazione che è più permanente, anche se lascia il mio piede senza tanta sensibilità".

Nel caso in cui il trattamento non dovesse essere la soluzione giusta, allora ecco che Rafa Nadal potrebbe pensare ad una soluzione drastica, ovvero l'intervento chirurgico: "Se funzionerà continuerò a giocare, altrimenti sarà un'altra storia, valuterò se sono disposto a sottopormi ad un intervento chirurgico". Ovviamente questo comporterebbe valutazioni diverse, anche sulla possibilità di un'interruzione della carriera, visto che l'operazione poi comporterebbe uno stop di un anno e mezzo: "Dovrei parlarne con me stesso, con calma, perché sarebbe una decisione di vita. Dovrei capire se varrebbe la pena di questo lungo stop". Dopo una vita per il tennis, è arrivato il momento di prendere in considerazione anche la possibilità di un futuro lontano dai campi: "La vita è più importante di un altro titolo . La mia carriera è stata la mia priorità per tutta la vita, ma non è al di sopra della mia felicità. Se sono ancora felice, continuerò, altrimenti farò qualcos'altro".

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