Nadal torna in campo a Wimbledon e insegue il Grande Slam, la chimera di tutti i tennisti
A Wimbledon alla fine ci è andato. La riserva l'ha sciolta presto, sta bene, il piede non sarà mai al cento percento. Ma quest'anno Nadal non poteva saltare i Championships, come aveva fatto l'anno scorso. No, non poteva, perché per la prima volta nella sua lunga e strepitosa carriera, in questo momento è il tennista con il maggior numero di tornei dello Slam vinti (22), è in corsa per il Grande Slam. E allora sì, anche con un piede malconcio, a Wimbledon si vola. Uno dei suoi allenatori ha detto che Djokovic è il favorito, ma ha aggiunto che se arriverà fino alla seconda settimana, Rafa sarà da corsa.
Nadal con Wimbledon ha un rapporto molto particolare. Quando ha iniziato a vincere sul rosso, sull'erba tutti lo attendevano con diffidenza. Nel 2005 il cammino è breve, ma l'anno successivo va in finale, la perde nettamente con Federer nel giorno in cui l'Italia vince i Mondiali di calcio contro la Francia. Nel 2007 finale bis, vince sempre Roger, ma in cinque set. Il preludio al cambio della guardia. Nel 2008 Rafa vince una delle finali più belle di sempre, cinque set spettacolari. Nel 2010 vince ancora. Bis a Wimbledon. Ma da quel momento in poi per lo spagnolo l'erba londinese è diventato un tabù. Certo ha giocato un'altra finale e due semifinali, entrambe memorabili, ma ha anche subito qualche scivolata in aspettata con giocatori di quinta fascia. Ora si ripresenta e spera di fare le cose in grande, perché sullo sfondo c'è un traguardo che potrebbe essere clamoroso.
E cioè il Grande Slam. La chimera per tutti i tennisti dal 1970 in poi, considerato che l'ultimo a esserci riuscito è stato Rod Laver nel 1969. Nemmeno Federer ci è riuscito, lui che negli anni d'oro ne ha vinti 3 su 4 di Slam in una singola stagione. E non ce l'ha fatta soprattutto Djokovic, che nel 2021 ha vinto in fila Australian Open, Roland Garros e Wimbledon. Senza Nadal e Federer pareva pronto a fare il Grande Slam, ma agli US Open è stato battuto in finale da Medvedev.
Quando Djokovic è stato estromesso, per i ben noti motivi, dagli Australian Open, si è detto da più parti che nessuno avrebbe lottato per il Grande Slam. E invece a metà stagione c'è Rafa Nadal con due titoli vinti uno dietro l'altro. Lo spagnolo sorprendentemente ha vinto, lo scorso gennaio, a Melbourne. Batté in cinque set Shapovalov nei quarti, poi un ottimo Berrettini in semifinale (in quattro), prima di rimontare due set a Medvedev, che era stato davvero a un passo dal successo. Qualcosa di miracoloso, 7-5 al 5° dopo oltre 5 ore di gioco. Anche i più critici hanno dovuto riconoscere la grandezza di Nadal.
Poi è arrivato il Roland Garros, casa Nadal, o meglio Nadal Garros come è stato ribattezzato. Non era al meglio fisicamente, è uscito da un ottavo di finale in cinque set con Auger-Aliassime, poi ha vinto una battaglia mostruosa con Djokovic, prima di passare in finale dopo il doloroso ritiro di Zverev. La finale è stata una pura formalità con Ruud. 14° titolo a Parigi, 22° Slam e ora la caccia al Grande Slam.
Sarà durissima. Nadal non gioca da tre anni una partita vera sull'erba, e nonostante la sua grandezza, non sarà facile trovare velocemente il feeling con i prati. Il suo tabellone è buoni per il primo turno (Cerundolo), poi dovrebbe sfidare degli erbivori doc (Querrey, Sonego e Cilic) e nei quarti Auger-Aliassime. Se arrivasse tra i primi otto sarebbe pericoloso per tutti, in semifinale incrocerebbe Berrettini, con cui si è allenato nei giorni scorsi.