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Nadal ha zero dubbi su Sinner: “Sono sicuro che Jannik sia innocente e una persona onesta”

Rafa Nadal spazza via dubbi e sospetti su Jannik Sinner: “Sono sicuro che sia innocente e una persona onesta, il caso è chiuso”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Jannik Sinner sta alzando i giri del suo motore in vista del rientro alle competizioni quando scadrà la squalifica di tre mesi patteggiata con la WADA: il numero uno al mondo tornerà a giocare al Foro Italico a Roma (il debutto dovrebbe essere tre venerdì 9 e sabato 10 maggio), avendo dentro tutta la voglia di riprendersi i punti persi dopo aver vinto l'Australian Open. Pur essendo uscito pulitissimo dalla vicenda della contaminazione involontaria da Clostebol, sanzionata solo per responsabilità oggettiva rispetto alla negligenza del suo staff, Sinner talora deve ancora fronteggiare la narrazione sul "dopato" che per ignoranza o mala fede viene portata avanti da qualcuno, Kyrgios in primis. Chi non ha dubbi su Jannik è Rafa Nadal, uno che della correttezza e della sportività ha fatto una bandiera: l'attestato di stima del campione maiorchino è senza se e senza ma, qualcosa di cui il 23enne altoatesino deve andare orgoglioso.

Nadal difende Sinner senza esitazione: "Sono sicuro che sia innocente"

"Alla fine, se non sbaglio, è uscito innocente dalla sentenza – dice Nadal al ‘Telegraph' – In questo caso non è stato positivo per il nostro sport, il tennis. Ma queste cose a volte succedono, gli incidenti accadono, ed è così che la vedo perché credo in Jannik. Da quello che so di Jannik, sono convinto che non abbia mai cercato di imbrogliare o di ottenere un vantaggio sugli altri. Sono sicuro che Jannik sia innocente e una persona onesta".

Jannik Sinner e Rafa Nadal durante una sessione di allenamento assieme a Parigi lo scorso anno
Jannik Sinner e Rafa Nadal durante una sessione di allenamento assieme a Parigi lo scorso anno

"Il caso è chiuso, ci sono protocolli che abbiamo accettato e sottoscritto"

Nadal, che si è ritirato lo scorso anno e dice che il tennis non gli manca, invita i sospettosi a informarsi bene e leggere le carte prima di parlare a vanvera: "D'altra parte, non voglio mettere in dubbio la sentenza. Ci sono protocolli che tutti abbiamo seguito per la nostra carriera. In questo caso, le autorità hanno tutte le informazioni, tutte, non quelle che abbiamo noi, che possono essere limitate e spesso soggettive. Credo nella sentenza. Jannik ha accettato questi tre mesi di sanzione e quindi: caso chiuso. Poi, se non ci piace il funzionamento dei protocolli, allora evidentemente le persone coinvolte devono impegnarsi per migliorarli. Ma a me non piace parlare male del nostro sport. In fin dei conti, quei protocolli sono quelli che tutti abbiamo accettato e sottoscritto". Parole da scolpire nel marmo.

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