Nadal ha ingannato tutti: si ripresenta in condizioni spaziali, sempre schiavo delle sue ossessioni
Dovevamo saperlo: una leggenda non torna a competere dopo parecchi mesi di forzato stop per infortunio – quando la carta d'identità dice 37 anni e mezzo – se non è sicuro che il suo corpo sosterrà ancora le sue ambizioni. Sì che dovevamo sapere che Rafa Nadal in questo periodo di convalescenza non ha pensato soltanto a riprendersi dall'intervento chirurgico dello scorso giugno al tendine dello psoas, culmine di un anno da incubo, ma ci ha dato dentro come un pazzo per ripresentarsi in campo nelle condizioni spaziali che oggi tutti hanno visto durante il match di secondo turno a Brisbane in cui ha annientato Jason Kubler, numero 102 al mondo spinto dal pubblico di casa.
Impressionante Nadal, sia nello scatto breve che nella resistenza quando gli scambi si allungano, come se non si fosse mai fermato, piuttosto come se a fermarsi fosse stato il tempo, a rendere omaggio alla sua grandezza. Il maiorchino dentro di sé sa – o sogna, che è la stessa cosa, perché i sogni dei campioni sono fatti della materia della realtà – di poter ancora vincere uno Slam, con un pensiero speciale ovviamente rivolto al suo amato Roland Garros, vinto 14 volte in carriera.
Intanto Nadal è ripartito dall'ATP 250 di Brisbane, dove ha battuto i primi due avversari senza concedere loro un set: dopo la vittoria su Thiem è arrivata quella di oggi su Kubler, tritato 6-1/6-2. Ora nei quarti di finale l'ex numero uno al mondo – attualmente sceso al 672 dopo i mesi di inattività – affronterà un altro australiano, Jordan Thompson. Un test un po' più probante, visto che il 29enne è classificato 55simo nel ranking. Non sembra tuttavia che questo Nadal, apparso davvero tirato e concentrato, possa avere problemi.
C'è un dettaglio che non è sfuggito ai più e che svela che Rafa è davvero lui al 100%. Il mancino di Manacor è sempre schiavo delle sue ossessioni, di comportamenti maniacali che fanno parte della sua routine di partita, esattamente come il riscaldamento e lo studio dell'avversario. Anche contro Kubler lo spagnolo ha dunque sistemato in maniera superprecisa e secondo uno schema meticoloso – che è sempre lo stesso, con le etichette rivolte in una determinata direzione – le bottiglie d'acqua vicino alla sua sedia. Quello è il segnale: Nadal è tornato per vincere, partecipare non è roba per lui.