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Nadal distrugge Ruud prima ancora di entrare in campo: Rafa è un ossesso, il norvegese impietrito

Un video diventato virale mostra come Rafa Nadal abbia vinto la finale del Roland Garros prima ancora di scendere in campo: Ruud resta paralizzato.
A cura di Paolo Fiorenza
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A volte si usa l'aggettivo leggendario, poi succede che Rafa Nadal vinca il suo 14° Roland Garros – un numero che solo a dirlo pare fantascienza – e si porti a 22 titoli del Grande Slam in carriera, distanziando gli eterni rivali Federer e Djokovic fermi a quota 20, ed allora si va in difficoltà per trovare altre parole da usare per il 36enne tennista spagnolo. Mostruoso e immortale rendono bene l'idea di un uomo che si è spinto oltre la soglia dell'immaginabile, oltre il dolore del suo piede torturato da una malattia incurabile, laddove solo pochissimi possono scrivere il proprio nome.

Sono in molti a ritenere che i record di Nadal saranno imbattibili, ma il maiorchino non d'accordo: "Ovviamente so che si tratta di un’impresa notevole, ma siccome sono umano e non vengo da un altro pianeta, se ce l’ho fatta io, in futuro potranno riuscirci anche altri giocatori. Non mi interessa essere il migliore, io voglio solo assecondare la mia passione – spiega alla Gazzetta dello Sport, allontanando poi la prospettiva di centrare il Grande Slam dopo aver vinto i primi due tornei in Australia e a ParigiÈ una follia solo a parlarne. E sono onesto. Intanto perché nessuno ci riesce da più di 50 anni, dunque significa che si tratta di uno degli obiettivi più difficili di tutto lo sport. E poi, in questo momento, io firmerei soltanto per poter giocare con continuità e senza dolore, altroché Grande Slam".

Rafa Nadal col trofeo del Roland Garros sotto la Tour Eiffel
Rafa Nadal col trofeo del Roland Garros sotto la Tour Eiffel

Al netto del problema al piede sinistro, che lo spagnolo ha tamponato con infiltrazioni al nervo che lo hanno desensibilizzato permettendogli di scendere in campo, il Nadal visto a Parigi è apparso davvero al suo massimo, a dispetto dell'età: "A parte il piede, fisicamente sto benissimo, forse come non mi sono mai sentito, le ginocchia sono a posto, recupero bene dalle fatiche. Pensando a come stavo a dicembre, questa è stata senza dubbio la più grande rinascita della mia carriera".

Scatti brucianti sul breve, resistenza impressionante sul lungo, tenuta mentale, ma soprattutto qualcosa che non si può allenare: il carisma, quella luce che promana tutto intorno e annichilisce gli avversari, spesso ancora prima di scendere in campo. Un video che ha totalizzato milioni di visualizzazioni mostra cosa è successo poco prima che Nadal e Ruud entrassero in campo per giocare la finale del Roland Garros: una differenza di atteggiamento abissale, sicuramente figlia anche del diverso vissuto dei due nel preparare la finale di uno Slam. Il norvegese era alla sua prima volta, per lo spagnolo è un'abitudine di vita.

Nelle immagini si vede Ruud immobile e perso nei suoi pensieri, mentre al suo fianco Nadal si scalda come un satanasso: saltelli, corsette, attivazione muscolare, gesti della racchetta mimati. Il suo avversario resta impietrito e lo guarda con la coda dell'occhio: dentro di sé sa già che quel demonio lo batterà. Anzi lo straccerà, tre set a zero. Da grande tifoso del Real Madrid, che ha appena sollevato la sua 14sima (coincidenza…) Champions League, Nadal vede qualcosa che li accomuna: "Non paragonerei il calcio a uno sport individuale come il tennis, ma sono felice di riconoscermi nel DNA di quella squadra: lottiamo fino alla fine e non ci arrendiamo mai".

Adesso la priorità è cercare di risolvere il problema invalidante al piede, perché – a dispetto delle voci – il mancino di Manacor non ha alcuna voglia di appendere la racchetta al chiodo: "Sinceramente non mi sono mai immaginato nella vita dopo il tennis, resta la mia priorità. Se dovesse accadere che non lo sia più, affronterò con serenità quei giorni". Leggendario già è stato detto?

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