Musetti ha visto il baratro: “Ho rotto con la ragazza e non volevo più giocare a tennis”
Difficile lasciare fuori dal campo le emozioni legate alla vita di tutti i giorni. Lo sa bene Lorenzo Musetti, astro nascente del tennis italiano, che si è messo alle spalle un periodo complicato, legato alla fine della storia d'amore con la sua ragazza. Un malessere che ha accompagnato il 19enne anche durante i tornei, in una spirale di risultati non positivi. A poco a poco però Musetti ne è venuto fuori, e ora è lecito essere ottimisti in vista del futuro.
Era arrivato a collezionare 6 sconfitte di fila Lorenzo Musetti prima del ritorno al sorriso agli US Open, con quella vittoria ritrovata dopo 3 mesi, dopo quella strepitosa partita contro Djokovic al Roland Garros. Il talento carrarino che oggi ai sedicesimi di finale di Nur-Sultan ha battuto in 3 set l'australiano Polmans, aveva parlato all'epoca di un periodo brutto per la sua vita in generale. Nella sua ultima intervista a Gazzetta.it, è entrato nel dettaglio facendo riferimento a problemi di cuore: "Sono contento, perché ho passato davvero un brutto periodo. Non avevo più la scintilla, la passione. Avevo rotto con la mia ragazza, cose che succedono a tutti i giovani ma diciamo che il malessere poi me lo sono portato in campo e a volte non avevo proprio voglia di giocare".
A poco a poco Musetti, anche grazie all'aiuto di uno psicologo e del suo staff, è riuscito ad uscire da quello che sembrava un tunnel, con la proverbiale luce che si è vista oltreoceano: "Con uno psicologo lavoro sulle emozioni, a New York ho ritrovato la voglia di giocare. Sono ancora in fase di guarigione, se così si può dire. Me l'ha messo a disposizione la federazione e mi sta facendo molto bene. Aprirmi è stato importante. Lavoro per capire le mie emozioni e comprendere meglio anche come mi influenzano in campo. Dopo il Roland Garros e le questioni personali ho fatto fatica. Ho sentito anche di più la pressione".
L'attuale numero 57 della classifica Atp dunque si sta ritrovando, dentro e fuori dal campo e non manca anche un consiglio a chi ha dovuto affrontare momenti difficili come il suo: "A New York ho iniziato ad avere voglia di allenarmi, di ridere, uscire. È stato anche il primo torneo dove era possibile uscire, muoversi. Bello, pian piano è tornata la passione. Cosa ho capito? Che a volte bisogna semplicemente aspettare che passi la piena, che mostrare le proprie debolezze non è sbagliato e che col sacrificio e la passione si può tornare in pista".