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Muller protesta per un test antidoping nella notte, Kyrgios cita Sinner: è ossessionato

Il tennista francese, palesemente infastidito dall’atteggiamento fiscale della persona che avrebbe dovuto raccogliere la sua provetta, s’è sfogato anche sui social. L’australiano non ha perso occasione per attaccare il numero uno al mondo.
A cura di Maurizio De Santis
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Nick Kyrgios non perde occasione per attaccare Jannik Sinner. Qualunque sia il contesto, in pubblico oppure sui social, il tennista australiano è al limite dell'ossessione per l'attenzione che dedica al numero uno al mondo. Questa volta s'è appigliato allo sfogo del tennista francese, Alexandre Muller, che si lamentava d'essere stato costretto a sottoporsi a un test antidoping a sorpresa nella notte avendo concluso e vinto la sfida contro Tomas Etcheverry al Rio Open intorno alla mezzanotte. La soddisfazione per essere riuscito a qualificarsi ai quarti di finale è stata smorzata da quella situazione irritante e fastidiosa.

Palesemente stizzito, ha protestato per quell'atteggiamento così fiscale. In buona sostanza sosteneva che, dopo aver sudato tanto in campo a causa delle condizioni climatiche, gli sarebbe stato difficile riempire la provetta in breve tempo e in quel momento. Perché non rimandare la raccolta delle urine al giorno dopo? Non sarebbe stata forse la stessa cosa?

"Quando ho visto il signore dell'antidoping, mi sono incavolato – ha ammesso il tedesco ai media in Brasile -. In campo non riesco quasi a bere, altrimenti mi innervosisco… Durante la partita ho sudato moltissimo. È impossibile fare pipì. Non ho più acqua dentro di me. È mezzanotte e dovrò restare lì per almeno due ore cercando di riempire una fiala da 90 ml. Potrebbero anche controllarmi in un altro momento".

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Fin qui le sue dichiarazioni, poco dopo ha condiviso quel malumore anche sui social network scrivendo un messaggio su X: "Test antidoping quando finiamo a mezzanotte… andiamo…" e ha taggato l'account ufficiale di Atp Tour. Kyrgios s'è fiondato come un rapace e ha replicato facendo l'ennesima battuta avvelenata su Sinner: "Se trovano degli steroidi, dite pure che è colpa della vostra squadra e che voi non sapete niente".

Ogni riferimento non è affatto puramente casuale per l'australiano che un po' si sta costruendo un personaggio intorno alla vicenda del tennista alto-atesino (sfruttando anche molti malumori nel circuito per alcuni aspetti del caso risolto con una transazione dinanzi alla Wada) un po' gode della notorietà di riflesso per il rumore che fanno le sue sortite.

Il riferimento diretto di Kyrgios è all'argomentazione presentata dai rappresentanti Sinner per difendere la propria innocenza e spiegare che s'è trattata di contaminazione involontaria, avvenuta (come comprovato prima dall'ITIA e poi dai controlli a ritroso della stessa Wada) né per colpa né per negligenza del numero uno al mondo. Ma a causa della superficialità imperdonabile del suo fisioterapista nel massaggiarlo dopo essersi medicato con uno spray contenente la sostanza proibita (Clostebdol).

Per quell'incidente Sinner ha trovato un'intesa con l'Agenzia Mondiale Antidoping accettando la sospensione di tre mesi tra febbraio e maggio che non gli permetterà né di allenarsi normalmente, usufruendo di strutture e tesserati che rientrano nel circuito, né di giocare i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Monte Carlo e il Mutua Madrid Open. Ce la farà giusto in tempo a tornare in campo per gli Internazionali d'Italia e, a seguire, gli altri Slam della stagione in calendario.

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