Moutet non può parlare per i fischi, caos al torneo di Santiago: “Per favore, solo un minuto”
È successo di tutto durante e dopo il match dei quarti di finale del torneo ATP 250 di Santiago, vinto dal francese Corentin Moutet sul cileno Nicolas Jarry. La partita è stata tiratissima, decisa da due tie-break vinti entrambi dallo sfavorito Moutet, che contemporaneamente ha giocato una sfida nella sfida col pubblico del centrale di Santiago, che spingeva comprensibilmente il giocatore di casa. Ci ha messo del suo il francese per far salire la temperatura: intanto si è presentato servendo da sotto nel primo punto della partita, beccandosi subito una raffica potentissima di fischi, premessa di quello che sarebbe accaduto dopo.
Il culmine della tensione si è raggiunto dopo l'ultimo punto, quando Moutet ha esultato smodatamente in un diluvio di fischi ed anche il suo avversario gliene ha dette quattro al momento del saluto sotto rete. "Mi ha chiamato patetico e non so perché – ha poi detto il francese – C'erano molti spettatori contro di me, fischiavano e facevano rumore mentre servivo. Non credo di aver fatto niente di patetico".
In questa atmosfera esplosiva, l'intervista a caldo sul campo di Moutet è stata davvero qualcosa di mai visto prima. Non si ricorda infatti un tennista che sia messo in condizioni di non poter dire neanche una parola col microfono in mano dopo una vittoria, a causa delle intemperanze del pubblico. "Per favore, per favore, per favore, un minuto – ha chiesto il 24enne francese, numero 140 al mondo, ribadendo ulteriormente la richiesta visto che i fischi non si fermavano e spiegando che non si sarebbe mosso finché non avesse potuto parlare – Non me ne andrò da qua".
Poi finalmente Moutet è riuscito a dire quello che gli premeva, un discorso che gli ha fatto guadagnare qualche applauso isolato nel finale: "Penso che sia molto importante dire che lo sport è un momento di condivisione per tutti, che sia stato creato per unire tutti. Penso che sia molto triste quello che è accaduto stasera, perché ci sono due giocatori che hanno lavorato fin da quando erano bambini e meritano entrambi di stare sul campo. Io cerco solo di fare del mio meglio. So che giocavo contro un cileno, ma questo non fa di me un cattivo. Spero che capiate quello che sto dicendo. Mi piace davvero molto giocare qui, è sempre stato un piacere. Ma che sia io o qualsiasi altro giocatore che gioca contro un cileno, penso che meriti rispetto".
Adesso Moutet è atteso dalla semifinale del torneo di Santiago contro un altro cileno, Alejandro Tabilo, che nei quarti ha battuto il nostro Darderi. Farà meglio a non aspettarsi un comitato di accoglienza sul centrale…