Medvedev è terribilmente schietto, perde ma è contento: “Guadagno ancora un sacco di soldi”
A fine febbraio di due anni fa Medvedev era il numero uno al mondo. E nulla, nemmeno avversari del calibro di Novak Djokovic, Rafa Nadal, gli faceva paura. Carlos Alcaraz ha saggiato quanto il russo possa essere un osso duro. A Jannik Sinner sbadigliava in faccia, oggi non può farlo più nemmeno per scherzo tali sono le batoste che prende contro l'alto-atesino. E non solo.
La sconfitta a Rotterdam contro l'italiano Mattia Bellucci, che nel ranking Atp è lontano anni luce da lui, è stata la riprova che il buon, ‘vecchio' Daniil ha preso una china pericolosa. È ancora in top 10 (è settimo) nella speciale classificata iridata ma la sequenza di sconfitte – spesso scandita da reazioni rabbiose – è preoccupante e dà segnali chiari. Agli Australian Open, dove è stato finalista per tre volte, è stato punito con una multa salata per la sua cattiva condotta. Ha distrutto una piccola telecamera, sfogato la propria frustrazione sbattendo per terra la racchetta, litigato con gli arbitri e perfino con il suo staff tecnico.
Medvedev è in crisi, quasi in caduta libera. In palese difficoltà al cospetto (anche) degli avversari più giovani che ne hanno studiato il modo di stare in campo e le caratteristiche trovando le contromisure giuste per batterlo. Il resto lo fanno la potenza nelle braccia e nelle gambe dei rivali che martellano sui punti deboli fino a logorarlo. È successo con Learner Tien nell'Open dal quale è stato eliminato a sorpresa, il copione s'è ripetuto in Olanda.
Il russo sa qual è il suo problema, ne ha parlato dopo il tonfo contro Bellucci: "Campi lenti, palle lente… ma questa non è una novità. Non ho abbastanza potenza per dettare il ritmo del gioco in queste condizioni. Non sto giocando il mio miglior tennis al momento. Cose che succedono… domani, tra un mese, un anno? Non so quando tornerò me stesso ma troverò il modo".
Daniil è terribilmente schietto, si aggrappa all'unica cosa positiva attualmente, quella che conta di più: il denaro che incassa. E tanto basta per adesso per dargli la fiducia di cui ha bisogno. Prima o poi questo brutto periodo passerà e sarà di nuovo competitivo ma dovrà essere capace di reinventarsi per non essere travolto dagli eventi. Il suo tempo è finito? Quando gli pongono una domanda del genere ride e replica con estrema franchezza.
"Davvero? Non so cosa dire al riguardo… mi piace il tennis, riesco a guadagnare ancora un sacco di soldi e continuerò a giocare fino a quando potrò. Se uscissi dalla top 100 sarebbe diverso… non lo so, ma probabilmente non accadrà. Anzi sono sicuro di tornare abbastanza forte".