Medvedev e la speranza nell’ultimo game, che Sinner tremasse: “Lì ha tirato un dritto a 160 km/h…”
Stavolta non c'è stato nessuno sbadiglio annoiato da parte di Daniil Medvedev durante il match contro Jannik Sinner – come il russo aveva fatto nel novembre del 2021 ad un cambio di campo alle ATP Finals di Torino – né c'è stata alcuna mattana per cercare di cambiare le carte in tavola mentre la finale dell'Australian Open gli stava scivolando via dopo aver vinto i primi due set. È che Sinner non solo disinnesca gli avversari coi suoi colpi, ma lo fa anche col suo modo di essere: è dura cercare di incarognirsi contro di lui e alzare il volume della polemica per buttarla in caciara.
Nella conferenza stampa post match, il 27enne moscovita ha svelato di aver sperato fino all'ultimo che il campione azzurro vacillasse, che la sua mano tremasse, che quella velocità di palla pazzesca unita ad una percentuale di errori bassissima cedesse il passo al braccino quando il traguardo era ad un passo. Ma Sinner lo ha ripagato con tutt'altra moneta… "Lui colpisce forte, per quanto riguarda la velocità media della palla penso che sia tra i primi tre o i primi cinque del circuito, forse nella top one – ha premesso Medvedev – Perché colpisce molto forte e prima sbagliava un po'. È difficile colpire forte e si può sbagliare, ora non sbaglia molto ed è per questo che ha un Grande Slam, ha tanti titoli e sta vincendo tante partite".
Insomma con un Sinner che gioca al suo meglio davvero non ce n'è per nessuno, questo il senso delle parole del russo: "Personalmente spero che quando giocherò contro di lui, che qualche volta… lo sapete il tennis è un gioco di alti e bassi, altrimenti uno vincerebbe 24 tornei dello Slam… ma personalmente spero che la prossima volta che ci incontriamo lui sbagli come ha fatto un po' nei primi due set, perché negli ultimi tre set non sbagliava quasi mai".
Sul 5-3 del quinto set Jannik è andato a servire per il match e lì Medvedev ha pensato che forse il 22enne di San Candido avrebbe pagato dazio all'emozione. Macché… "Nell'ultimo game ho pensato, chi lo sa, forse può diventare teso e posso avere la mia ultima chance… poi nel match point ha tirato un dritto lungolinea probabilmente a 160 chilometri all'ora e la partita è finita…". Se è vero che o si vince o si impara, in questa occasione il buon Daniil ha imparato che sarà meglio anche in futuro non fare affidamento sul venir meno di Sinner al momento del dunque: Jannik è fatto della materia dei fuoriclasse.