Medvedev chiede scusa a sua moglie davanti a tutti: “È stato un regalo di anniversario schifoso”
Daniil Medvedev ce l'ha messa tutta contro Daniil Djokovic, ma s'è dovuto arrendere al cospetto di un avversario che avrebbe sconfitto anche il diavolo per come ha giocato. Tre set a zero. Punteggio di 6-3, 7-6, 6-3 in 3 ore e 17 minuti di gioco. Sequenza di colpi di classe, semplicemente divini, di quelli che ti stendono in un amen. Scambio di chiusura incontro sublimato in quella palla che il russo spedisce a rete e mette fine alla sua orgogliosa agonia.
Nel secondo set ha avuto anche l'illusione che poteva facerla. Ma la costanza di rendimento, il livello tecnico e la fame di vittoria del serbo hanno spazzato via ogni ambizione. E il sogno di fare il bis contro Nole dopo il 2021 è rimasto chiuso a doppia mandata nel cassetto.
A fine gara, quando l'adrenalina è ancora in circolo e si mescola al turbinio di emozioni, Medvedev si mostra abbastanza rilassato. Al suo posto qualcun altro sarebbe ‘incazzato' – come si dice in gergo – per aver perso la finale. Gli brucia, perché a nessuno piace uscire battuto dal campo, ma riesce a celare la propria amarezza con presenza di spirito.
Sorride e scherza, ormai ha l'animo in pace e tanto vale prenderla così. La manifesta superiorità dell'avversario è stata tale da non avere rimpianti o recriminazioni. "Altri 23 finalisti prima di me – dice il russo in conferenza – hanno tanti rimorsi per aver affrontato Novak in una finale dello Slam".
L'ilarità degli interlocutori è un balsamo che aiuta a mandare giù quel boccone indigesto. Il resto entra nel corredo accessorio di frasi che non vorresti nemmeno pronunciare ma in quei momenti, col microfono piazzato sotto il naso e il protocollo che non ti permette di scivolare dietro le quinte, puoi solo scegliere il colpo migliore per uscire di scena. Medvedev lo fa con lo stesso animo di quando si volta verso il pubblico e ne dice quattro allo spettatore di turno che lo infastidisce.
"È stato fantastico aver battuto Novak in una finale del Grande Slam (quella del 2021, sempre all'US Open ndr). A questo punto, direi che è l'apice della mia carriera… allo stesso tempo, se lui e Rafa non esistessero… beh, non sarebbe possibile. Ho giocato 5 finali contro di loro e ne ho vinta solo una. È stato molto gentile con me. Mi ha trattato come una persona normale. Lo fa ancora. Niente è cambiato. 24 Slam, nulla è cambiato. Penso che sia qualcosa di grandioso in una persona".
Djokovic è a un passo da lui e sogghigna. Ascolta le parole del russo e gli fa da ‘spalla' prima che il proscenio resti esclusivamente suo. Ha vinto, è quel che conta. Ma non può fare a meno di ridere di gusto e apprezzare la battuta agrodolce che Medvedev fa parlando di sé e della sua esperienza in finale.
Daniil volge lo sguardo verso la moglie Daria (o Dasha, come lui la chiama) Medvedeva che lo segue dalla tribuna. Conosce bene il marito e sa come si sente in quegli istanti eppure resta sorpresa da quel che le dice. "Ero qui 2 anni fa quando ho vinto – ha aggiunto il russo -. E ho pensato: Che bel regalo di anniversario ho fatto a mia moglie… davvero schifoso. Oggi è di nuovo il nostro anniversario… ho pensato, forza, fallo ancora una volta". Ma gli è andata male.