Matteo Berrettini si ritira dagli Australian Open: il calvario d’infortuni è senza fine
Un infortunio al piede destro. È questa la causa del ritiro di Matteo Berrettini agli Australian Open 2024. Nella notte italiana di lunedì 15 gennaio avrebbe dovuto affrontare Stefanos Tsitsipas, ma l'azzurro è stato costretto a comunicare il forfait agli organizzatori per le proprie condizioni fisiche ancora una volta penalizzanti. The Hammer, che s'è affidato al nuovo allenatore Franciso Roig, rimanda il suo rientro in campo.
La decisione, come si apprende dalla nota del suo entourage è stata presa dal team medico "per non mettere a rischio il resto della stagione. Matteo si è allenato molto intensamente negli ultimi mesi e ha voluto partire per l’Australia per poter aspettare fino all’ultimo momento prima di prendere una decisione definitiva".
Nel comunicato del suo management si fa riferimento anche a un altro particolare: "Matteo ha in programma di disputare una stagione lunga quest'anno con molti tornei, gareggiare ora quando non è al massimo delle condizioni fisiche sarebbe rischioso".
Un calvario senza fine. È quello che sta vivendo come un incubo il tennista romano che non gioca una partita vera dallo scorso 31 agosto, quando si fece male alla caviglia durante la partita del secondo turno degli US Open contro il francese contro il francese Arthur Rinderknech: un urlo di dolore ne scandì la sofferenza e il timore che quell'acciacco non gli avrebbe dato tregua. Abbandonò il campo in lacrime e l'immagine che lo immortalava accomodato sulla sedia a rotelle fu durissima, per se stesso e per i suoi tifosi. "Ci rivediamo nel 2024", mormorò allora preso dallo sconforto.
A rileggere oggi l'ultimo post pubblicato una settimana fa e condiviso sui social vengono i brividi addosso: "Volando a Melbourne in vista della prossima stagione", aveva scritto Berrettini. Ma la mancata partecipazione all’esibizione contro Thiem al Kooyong Classic di un paio di giorni fa aveva alimentato il sospetto, era sembrato un triste presagio sulle sue condizioni.
Cosa accadrà adesso? Dopo aver messo la parola ‘fine' sulla scorsa stagione perché aveva bisogno di guarire e ristabilirsi pienamente dal trauma subito a New York, Berettini aveva procrastinato il ritorno all'attività agonistica saltando anche il torneo di Brisbane. Lo aveva fatto per non correre rischi ulteriori, l'obiettivo era presentarsi nel migliore dei modi possibili nel tabellone dell'Australian Open.
La sorte, però, s'è messa ancora una volta di traverso rispetto all'orgoglio e alle ambizioni dell'italiano, desideroso di riprendere a giocare e saggiare finalmente quel clima della competizione che aveva potuto solo sfiorare quando, in occasione della Coppa Davis vinta dall'Italia, era stato accanto al team tricolore di Volandri seguendo da vicino il percorso fino al trionfo alle Finals di Malaga.
La situazione di ‘Ranking protetto'. Il momento è molto delicato, il periodo d'inattività ha già precipitato Berrettini fuori dalla top 100 del Ranking Atp (125° alla luce di quanto accaduto finora). Quest'ultimo ritiro avrà conseguenze peggiori? No, perché può beneficiare del cosiddetto ‘ranking protetto': l'opportunità di rientrare in massimo 9 tornei conservando la media della classifica registrata durante i primi 3 mesi dal suo infortunio. Perché si verifichi questa ipotesi dovrà aspettare un altro paio di mesi, fissando la data del suo ritorno alle competizioni cerchiando in rosso il mese di marzo che annovera i Masters 1000 di Indian Wells e di Miami.