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Martina Trevisan a Fanpage.it, dall’anoressia al Roland Garros: “Il mio consiglio? Farsi aiutare”

Protagonista durante il recente Roland Garros, dove è riuscita ad arrivare a giocarsi il quarto di finale, Martina Trevisan ha parlato in esclusiva a Fanpage.it: “Gli ultimi venti giorni sono stati intensi e bellissimi, e non ho ancora realizzato quello che ho fatto. L’anoressia? Mi ha lasciato tanta sofferenza, e alle persone che soffrono dico di farsi aiutare perché è fondamentale e perché da soli non ci si riesce”.
A cura di Alberto Pucci
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Reduce dal suo miglior risultato in carriera, ottenuto sulla terra rossa del Roland Garros, Martina Trevisan ha confermato di poter recitare un ruolo da protagonista nel tennis azzurro. Insieme a Jannik Sinner, la tennista toscana ha infatti raggiunto il quarto di finale del prestigioso torneo francese, guadagnato punti importanti per il ranking e riempito d'orgoglio gli appassionati italiani della racchetta. In occasione di un evento milanese, organizzato anche per darle la possibilità di parlare del suo exploit nel torneo del Grande Slam, la 26enne di Firenze si è così raccontata davanti alle telecamere di Fanpage.

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"È stata un'emozione incredibile. Ho vissuto venti giorni intensi e bellissimi, e ancora oggi non riesco a realizzare e a capire quello che mi è successo. Ho comunque tempo per pensarci e rivedere quello che ho fatto. Ho realizzato un sogno che avevo sin da bambina, e che ho continuato a coltivare anche dopo lo stop dell'attività agonistica". Prima di arrivare a giocarsi il quarto di finale con la polacca Iga Swiatek (poi vincitrice del torneo), Martina ha infatti dovuto affrontare e battere l'anoressia: malattia che l'ha tenuta lontano dai campi dal 2009 al 2014. "Di quel periodo ricordo la grande sofferenza. È stato un periodo molto cupo, grigio e di difficoltà. Mi ha lasciato delle ferite che sono riuscita a chiudere, ma che comunque rimarranno per sempre sulla mia pelle".

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Durante la malattia ha mai pensato di abbandonare il tennis?

"Nei primi due anni sì, perché non mi interessava proprio andare avanti con il tennis. Avevo proprio il rigetto nei confronti di questo sport, ma era anche in un periodo adolescenziale e sapevo che i miei obiettivi sarebbero cambiati. Quando ho ripreso a star meglio e a vivere, sentivo che avrei ripreso in mano anche la mia vita a livello professionistico. Che consiglio mi sento di dare a chi sta combattendo questa malattia? A loro dico che da soli non ci si riesce e di provare a sforzarsi di farsi aiutare, perché è la prima cosa ed è fondamentale".

Il tennis italiano può prendere slancio da quello che avete fatto tu e Sinner al Roland Garros?

"Secondo me sì. Questi risultati fanno bene al circuito e al movimento italiano, perché vincere aiuta a vincere. Sono certa che altre ragazze, proprio come ho fatto io, riusciranno nel prossimo anno ad entrare nella top 100 perché ormai sono già lì vicino. Per quanto mi riguarda, da dopo il Roland Garros inizierà un nuovo capitolo. Ho realizzato uno dei miei sogni e adesso non vedo l'ora di allenarmi e scendere in campo per poterne realizzare un altro".

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